Il presente lavoro nasce dalla constatazione della carenza di studi
sistematici e complessivi, che abbraccino l’intero arco della storiografia
italiana del Novecento.
Mancano1, infatti, per il ventesimo secolo, opere che, sull’esempio
di quelle di B. Croce di teoria e di storia della storiografia relative
ad altri periodi,2 cerchino di comprendere un ampio contesto e,
se non tutte le questioni teoriche ed i settori della ricerca storica,
quantomeno i più significativi orientamenti e le principali scuole di
pensiero e metodologiche, gli storiografi più rilevanti, i testi più
importanti.
Pregevoli e meno pregevoli indagini particolari, su singoli o diversi
autori, su limitati periodi, settori o indirizzi, esistono, anche se, in
verità, non risultano molto numerose.
Il presente volume attinge largamente ai lavori parziali compiuti
dagli autori ricordati e da molti altri, ma si pone l’obiettivo diverso
di offrire un quadro in certa misura organico e generale del movimento
storiografico italiano, anche se evidentemente conciso, che
possa, comunque, facilitare ulteriori sforzi di sistemazione e di approfondimento.
Non mancano alcuni riferimenti al quadro politico generale, ritenuti
spesso necessari a chiarire anche il significato di alcune scelte
ideologiche e di taluni atteggiamenti mentali; ma essi sono contenuti
al massimo e ridotti all’essenziale.
Altri limiti alla trattazione sono imposti dalle dimensioni dell’opera,
ma derivano soprattutto dal significato particolare che si attribuisce
al termine storiografia.
Per storiografia non s’intende, infatti, genericamente, secondo l’accezione
crociana, il racconto e l’interpretazione degli avvenimenti
(historia rerum gestarum), contrapposti, quindi, a storia, intesa come
la serie degli eventi stessi, nel loro significato oggettivo (res gestae);
essa, invece, in un senso più restrittivo, si riferisce al particolare
atteggiamento di quegli autori che si pongono consapevolmente
questioni di teoria e di metodo, e che, fondando con coerenza l’indirizzo
della loro ricerca, spiegazione e narrazione degli avvenimenti,
attribuendo ai fatti anche un significato generale, o simbolico, o
allegorico, rappresentano più nettamente i momenti innovativi del
dibattito scientifico e culturale.
I confini segnati influiscono necessariamente sulla scelta delle
correnti, dei generi, degli autori trattati, delle opere e delle riviste
visitate.
I collegamenti operati tra i singoli autori, normalmente presentati
con brevi profili individuali, e le diverse scuole di pensiero, scientifiche
e di metodologia (scuola economico-giuridica, marxismo, storicismo,
attualismo, esistenzialismo, corrente erudito-filologica,
Annales e Nuova storia), unitamente ai riferimenti ai rispettivi capiscuola
(A. Labriola, B. Croce, G. Gentile, A. Gramsci, G. Volpe, D. Cantimori, F. Chabod) ed ad alcune riviste specializzate, che hanno
rivestito un ruolo di indirizzo riconoscibile (Rivista storica italiana,
Nuova rivista storica, Ordine nuovo, Rinascita, La critica, Belfagor, Studi
storici, Quaderni storici, Civiltà cattolica), svolgono una funzione di
filtro e di connettivo e consentono di individuare alcuni tratti comuni,
così come di effettuare utili raffronti.
Il breve richiamo a scuole e correnti di pensiero straniere rende
ragione di legami, invero non sempre molto stretti3, della cultura
italiana con quella internazionale.
L’intenzione dell’autore, di mantenere il massimo del distacco e
dell’equilibrio possibili a chi abbia una visione del mondo ben caratterizzata
e, comunque, preliminarmente esplicitata4, può spiegare
il rilievo attribuito a tutte le correnti che hanno dimostrato una
propria vitalità, anche quelle più lontane dal pensiero condiviso e
quelle che la successiva critica storiografica ha, in certo modo, inteso
relegare nell’ombra.