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Roberto Capponi

Conoscere la propria identità

Dopo aver letto un testo, di qualunque genere esso sia, viene spontaneo riflettere sul contenuto e chiedersi il perché l'autore l'abbia proposto. Nel caso in questione, la conclusione è una porta aperta: al niente, a qualcosa o a tanto.

L'autore non ha voluto suggerire nulla, ha voluto soltanto offrire una visione del mondo dei "perché"?, l'unico in grado di leggere la realtà, interpretare se stessi e trarre delle conclusioni personali.

Le conclusioni si diversificano a seconda del momento in cui si traggono. Quelle a cui si era giunti si esaltano, si consolidano e si rafforzano nei momenti positivi.

In quelli negativi, quando non si trova riscontro del proprio "io" con nessuno degli .io. che ci circonda, ci si può sentire annientati e/o avvertire l.esigenza di vivere da .eremita., ma è solo questione di poco: ci si può sentire costretti, non a rinnegar se stessi ma a ritener mendace ciò che in precedenza si era affermato. Ma - si continua a chiedersi "perché?". Altre questioni sorgono, soluzioni non si trovano, ma i "perché?" continuano ed è proprio questo che conferma la solidità della conoscenza della propria identità. L'istinto di conservazione che è in ognuno di noi ci guiderà alla conclusione:

"OGNI VITA È IMPORTANTE COSÌ COM'È, COSÌ COME SI SVOLGE, COSI. COME FINISCE E VA COMUNQUE VISSUTA COME UN DONO, INTERPRETANDONE L'ESSENZA E ACCETTANDONE GIOIE E DOLORI COME MOMENTI DI TRANSIZIONE."