Il titolo dell’opera, Scirone, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno di Scirone (vento del mediterraneo, punto di tramonto del sole in estate, vento che nella ripartizione classica della rosa dei venti, schiarisce e ripulisce il cielo dalle nuvole; è presente nella ideale rosa dei venti sia di Omero sia di Aristotele) si susseguono, in ordine alfabetico: Andrea Barsottini con Tramonto di parole; Concetta Caracciolo con Parole; Andrea De Flora con Ribelle armonia; Luciano Fani con Canti e parole al tramonto; Catia Fraquelli con Il volo del delfino; Armando Valentino Vacca con Silenziosamente.(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
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Andrea Barsottini con Tramonto di parole
Vorrei svegliarmi
dalla vetta dell’arcobaleno
e tornare sulla terra umida;
e coi piedi ancora nudi, calpestare
di nuovo la pioggia e il fango.
Concetta Caracciolo con Parole
Adesso, quel foglio soffre e trasuda
parole amare, parole indelebili,
dolore eterno che solo il tempo
potrà attutire, solo il tempo potrà
scolorire.
Andrea De Flora con Ribelle armonia
La cultura nei libri,
è per noi una guida,
che stimola il verso,
l’ordine e la procedura.
Luciano Fani con Canti e parole al tramonto
Prigioniero dei tuoi silenzi
attenderai il tramonto
senza suggere
stille di speranza.
Catia Fraquelli con Il volo del delfino
Aspiro al sospiro
Che sollevi il respiro
Che elevi il pensiero
A qualcosa di vero.
Armando Valentino Vacca con Silenziosamente
Le campane del mattino
annunciano, festose,
il giorno del Signore:
nel cielo il domenicale Sole,
nell’intimo la certezza
del Suo leggero Amore.