Il titolo dell’opera, Folata, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno del Folata (quello spostamento rapido, a volte vorticoso del vento, improvviso e impetuoso che solleva e porta con sé testimonianze del suo passare, come un rapido fluire di idee, pensieri, stati d’animo, emozioni, versi.) si susseguono, in ordine alfabetico: Fabrizio Cennamo con la raccolta Senza Schemi; Osvaldo Crotti con Sul confine del tramonto; Sabrina Dalpasso con Miraggio; Teresa Duranti con Immagini dal fondo dell’anima; Francesco Lorenzo Paolini con Un uomo... difettoso; Ilenia Sciarroni con Io sono qui, dove il sole non c’è.
(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
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Fabrizio Cennamo con Senza Schemi
Poi d'improvviso si disintegra il paesaggio
contemporaneamente lui prova piacere e disagio,
torna lucido e cosciente della realtà
e tutt'intorno c'è solo il buio… e la città.
Osvaldo Crotti con Sul confine del tramonto
Mi abbandono esausto
tra le braccia di un implacabile
destino, come un boia
sul patibolo, ti fissa negli occhi
e freddamente decreta la tua fine.
Sabrina Dalpasso con Miraggio
Rimbocco le coperte al talamo
e quell’attimo d'intesa
dolce e speciale s'arrende
alle cure d'amore.
Teresa Duranti con Immagini dal fondo dell'anima
e a ogni nuova esperienza
cresce la consapevolezza
di quello che siamo
e di ciò che siamo stati
Francesco Lorenzo Paolini con Un uomo... difettoso
L'uomo è come l'iceberg; una freddura? Affatto!
Quel che si coglie ad occhio ignudo
È la più piccola, insignificante delle porzioni.
Ilenia Sciarroni con Io sono qui, dove il sole non c'è.
Cerchiamo la felicità tra le mani
ma essa non c'è…
La verità la sanno solo i bambini
Perché disegnano il sole e mai la pioggia?
Vorrei tornare bambina per disegnare.