Il titolo dell’opera, Espero, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno del Espero ((vento simile alla brezza, messaggero della primavera, che affievolisce la calura estiva) si susseguono, in ordine alfabetico: Walter Cassiano con la raccolta Rime interne; Antonietta Corona con Paradisi lontani; Bruno Garbagnati con Ora; Atanasio La Porta con Si direbbe; Luca Laurenti con Dal Treno; Pietro Maroncelli con Poesie nel Sud FEDERICIANO IO.(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
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Walter Cassiano con Rime interne
Colmo del piacere di gustare
L'armoniosa visione
Mi abbandono ad una riflessione:
siamo come animali intrappolati
se non mettiamo ordine
al groviglio della vita.
Antonietta Corona con Paradisi lontani
La vita, anche per stasera,
è piena di musica e di guerra.
Anche stasera insegna qualcosa:
è così che si deve vivere
tra cielo e terra.
Bruno Garbagnati con Ora
salvatemi
da quest'ora del silenzio
che mi stringe in una stanza disperata...
mi ricopra la mia nuova alba
del suo cupo, amaro sorriso.
Atanasio La Porta con Si direbbe
Un disordine noto
testimonia
l'agito dei commensali.
Il passato è anche
questa archeologia
estemporanea e pulsante.
Luca Laurenti con Dal treno
Per chi si illude
Per chi non si arrende
Per chi mi guarda
E mi trafigge il cuore
E l'amore per la vita
Che ancora non mi hai tolto
Pietro Maroncelli con Poesie nel Sud FEDERICIANO IO
Io figlio non ti son. Perché nel core
sento l'amore della terra mia,
che vien dal niente tuo e pur mi commuove?
Vorrei parole. E ho solo questa via…