Il titolo dell’opera, Bora, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno di Bora (vento impetuoso che spira nel golfo di Trieste) si susseguono, in ordine alfabetico: Babbocorso con la raccolta Stati dell’anima; Pietro Calise con Versi putrefatti!!; Kim de Renzio con ‘Che crollo? Ne ho 29!!’; Antonio Martino Gabriele con Calabria; Sara Nicastro con Hanami; Marina Ristè con Viaggio nell’anima.
(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
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Babbocorso con Stati dell'anima
Insieme, all'istante,
la durezza e la poesia
la forza e la dolcezza.
Calma e tempesta di una vita che scorre
Pietro Calise con Versi putrefatti!!
la gente intelligente m'incoraggia
-talmente poca ce n'è-
per stasera credo che può bastare-
te l'ho detto... non volevo scrivere... una poesia...
Kim de Renzio con 'Che crollo? Ne ho 29!!'
La figura
propria è uguale
senza gli abiti,
se si è in grado
di vederla
coi propri occhi.
Antonio Martino Gabriele con Calabria
Terra bagnata da pioggia
Terra baciata dal sole
Terra terra mia
I vecchi vanno intra chiesa
E i fimmini a lavà
Terra terra mia
Sara Nicastro con Hanami
Tacita
giace nuda di bagliore,
Ammoinata dai vezzi del gelo.
Non v'è uomo a blandirla,
ma a dipigner le sue perfette forme,
lo chiamano Iddio.
Marina Ristè con Viaggio nell'anima
I miei occhi rispecchiano l'anima pura come il cristallo,
sono aperti sul mondo
e sono pieni di speranza.