Il titolo dell’opera, Australe, implica un viatico romantico, simbolico ed evocativo: il nome di un vento che trasporti questi componimenti in fuga, verso altri territori, altre culture, lettori, autori.
All’interno del Australe (vento del mediterraneo, detto anche vento di mezzogiorno, conosciuto anche come Noto, dall’omonimo personaggio della mitologia greca, figlio di Astreo e di Eros) si susseguono, in ordine alfabetico: Michele Gentile con la raccolta Maldicenze; Monica Guerra con Raggi di luce nel sottosuolo; Antonio Nespeca con Fatto di me; Stefan Alexandru Patrasc con Il sogno dell’atomo; Marzia Siniscalchi con Odi et amo; Tommaso Tommasi con Il vento dell’anima.
(estratto dalla prefazione di Giuseppe Aletti)
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Michele Gentile con Maldicenze
con indosso ancora
il vestito della festa,
elemosina scampoli d'incanto
implorando la notte
di non lasciarlo al buio.
Monica Guerra con Raggi
Nel crepitio della fiamma
l'anima perpetua
si ancorerebbe alla vita.
Perché io scrivo, la notte.
Antonio Nespeca con Fatto di me
gli intercalari giornalieri
il metronomo del cuore;
in tutto
mi hai reso l'idea,
l'idea dell'amore.
Stefan Alexandru Patrasc con Il sogno dell'atomo
Chiudo in versi d'allegria
e raro smascherato impegno
a voi, la mia poesia
seppur non certo d'esser degno.
Marzia Siniscalchi con Odi et amo
Nebbie della sera
Assorto, il pensiero indugia
Sui ricordi indistinti di un tempo.
Tommaso Tommasi con Il vento dell'anima
Uscire dalle pagine
che ammuffiscono
per ascoltare ancora
i suoni del vento,
addormentarsi nel sole che tramonta
con le scarpe consumate e stanche
dopo aver raccolto fiori.