Antonino
Mento
QUADRI E SOQQUADRI
Cè un fascino
della divisa nelle parole. Ma le parole si vestono, si bardano come
vogliono. Sono renitenti alla leva, a meno che, non ci sia uno squillo
di tromba che motivi, musicalmente, unalzataccia o una nottataccia.
Le parole di Antonino Mento indossano la divisa di ordinanza, da parata.
Perché sono ferme, sicure. Ma non disdegnano come divisa la camicia
hawaiana che solo i turisti del sentimento si sentono di indossare.
Un nativo non lo farebbe mai. Ma Antonino Mento non mente. è
calabro come un calabrone che ronza come una vespa sulla città
di Milano. La divisa di ogni parola vera è fondamentalmente apolide.
Cè una città dorigine nel cuore dellautore
di Quadri e soqquadri ma come in Accordi e disaccordi
di Woody Allen la musica cambia. Le parole diventano, a un tempo, quadro
e cornice. La ricerca dellamore a volte raggiunto e a volte coscientemente
abbandonato (con amore) fa sì che le sue canzoni
siano degne di un canzoniere che ha almeno due identità linguistiche.
Contrapposte. Opposte e a volte persino supposte nel sedere di un crocevia
di emozioni. La differenza tra un papa e una pipa. Lassonanza
quando un papa che sta fumando la pipa si rende conto che è un
calumet della pace. Ma non dei sensi. I sensi sono sempre allertati.
Come diceva Rimbaud dunque il poeta è il vero ladro di
fuoco. La divisa delle parole di Antonino Mento è quella
di un pompiere che non può spegnere il fuoco del bambino che
è in lui ma ci offre luscita di sicurezza della scala antincendio
delle sue parole. Le poesie non sono mai solo poesie. Le canzoni non
sono mai solo canzoni. Sono le corazze, le divise. Su cui qualcuno...
io... il lettore... lascoltatore... è giusto che ci appiccichi
una medaglia.
Andrea G. Pinketts
Collana "Orizzonti"
pp.64 €12.00
ISBN 88-7680-048-4
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