ORIZZONTI
DI GUERRA
.. La nostra poesia è fatta di parole, non di ultimatum. La nostra poesia ha storia, memoria, tradizione. E noi siam poeti, poeti del tempo che passa, che lascia cicatrici. Non ci salviamo con le scadenze, ma con il sogno di un dialogo ancora possibile. Chiediamo rispetto, non bombe. Diplomazia, non lutti. Chi desidera il rombo sordo della guerra, probabilmente non conosce il gelo della morte. Non sa come gli occhi di un morto si conficchino nella carne. O non ha mai ascoltato il lamento dei morti abbandonati nella neve. Io, i miei morti, li custodisco in un impegno alla pace, e nella costruzione di una vita libera... O forse, solamente perché sono uno scrittore, e voglio che queste parole abbiano ancora un senso.... Tratto dalla prefazione di Luigi La Rosa |