Claudio Turina
SABBIA
Venezia, un incontro inatteso allo storico Caffè Quadri di piazza San Marco, un'amica comune e il ricordo di un grande amore trasfigurato. Aleppo, Delfi, Capri, Parigi, sullo sfondo del genocidio armeno, delle due grandi guerre e del fascismo: con pochi tocchi la narrazione restituisce il colore di un'epoca, le sue gerarchie rigide e le abitudini stilizzate, con un occhio attento, fino allo spasimo, nei confronti dei dettagli più significativi, in particolare quelli cromatici. Pagine ponderate in modo da avvincere il lettore, non consentendogli distrazione e riposo fino alla conclusione, pagine che sgorgano da un peculiare gusto per il raccontare che sembra inesauribile. Le creature, nella notte luminosa dell'amore, sono come poste di fronte alla grandezza della vita e dell'essere, ma anche di fronte al proprio nulla individuale.
“Sembra che la vita, per vivere, abbia bisogno di un amplesso senza fine ed esso è possibile solo spiritualmente, idealmente”.