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Collana "Gli Emersi -Poesia" |
Andrea Siniscalchi
Essa, a sua volta, si manifesta come pazienza della carne, senso dell'accadere del tempo. La sua verità si compie come toglimento dello spirituale dall'inascosità del verbo. Quest'atto di sottrazione tuttavia, lascia una pista indelebile nel terreno; un sentiero segreto di godimento contemplativo: un godimento della perdita di senso -riacciuffato per essere nuovamente smarrito. Il linguaggio poetico, è l'unica pista a non possedere la certezza rassicurante del sentiero battuto: la sola carne a possedersi come pazienza della perdita. Questa carne riacquista lo spirito, ritrovando nella mano del poeta quella creatura ilemorfico-linguistica, agnizione dell'unità tra natura intramondana e natura spirituale. Così il ritegno dello spirito guadagna un suo peso specifico, è un “ciottolo in versi”. Dal mio punto d'osservazione è fondamentale attualizzare quest'intenzione; questo esige l'elemento fondante ogni volontà espressiva: il rapporto simpatetico al proprio fruitore. Quando un pittore dice a se stesso: io farò una pittura del tutto poetica! ... egli fa una pittura fredda, dove l'intenzione dell'opera brilla a spese dell'opera: ma... è che la poesia d'un quadro dev'essere fatta dallo spettatore. Come la poesia d'un poema dal lettore. Ci siete giunto: proprio così... La poesia è essenzialmente filosofica: ma come essa è prima di tutto fatale, dev'essere involontariamente filosofica. (C. Baudelaire). Allora: buona lettura poeta! |
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