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Francesco Poletto “Ci saranno tanti fiori per tutti”. Potrebbe essere il verso conclusivo di una lirica di fine Ottocento, un endecasillabo promettente e gentile. Si tratta invece di una frase contenuta nella trascrizione di intercettazioni telefoniche effettuate dai carabinieri di Genova: la riportavano i giornali (giugno 2005) a proposito di un caso di presunto illecito sportivo. Un accenno, un lieve sentore di poesia nel resoconto di una squallida vicenda di partite di calcio comprate e vendute. Meno casualmente è possibile incontrare e apprezzare nei quotidiani ottimi esempi di scrittura creativa. Non sono pochi i giornalisti (spesso scrittori tout court) che si esprimono con finalità non solamente informative ma anche estetiche, muovendosi a loro agio tra metafore, metonimie, similitudini e facendo largo uso di iperboli, ironie, eufemismi, allusioni, allegorie: figure retoriche che sono, o che dovrebbero essere, il pane “quotidiano” dei poeti. Perché dunque non dare ad alcune di queste cronache le forme e i ritmi propri della poesia? È un tentativo, un esperimento da fare. Se esiste una poetica della vita e della realtà di tutti i giorni, può esistere una poetica del quotidiano. Tratto dall'introduzione dell'autore Collana "Gli Emersi" pp. 64 €12.00 ISBN 88-7680-104-9 |
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