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Motta Salvatrice
Introduzione
“La vita continua…” esclama Salvatrice Motta in
questa sua seconda raccolta di poesie. Un desiderio sottile si fa strada
nella mente e nel cuore dove si nasconde un forte “bisogno di
sognare”, di rivivere momenti di gioia e di serenità della sua
infanzia palermitana e da questa parentesi di vita si eleva la sua voce
e si moltiplica nei versi che cercano di comunicare il “desidero di
libertà” per anni sopito nel profondo della sua vita interiore. Il “bisogno
di sognare” le fa compiere “un tuffo nel passato” proprio perché
da questo trascorso “luminoso” scaturisce l’onda della sua poesia
ricca di sentimenti, di sogni, di desideri ma anche di ombre, di
solitudine e di angosce che vorrebbe evitare. “Canna sbattuta dal vento che vuol fuggire al
tormento” sa essere forte quando la tempesta la coglie e nella
“semplice quotidianità” gestisce una realtà che è fatta di
piccole cose, di gesti semplici ma produttivi, di vera vita familiare,
di amicizie, di solidarietà, nella piena consapevolezza che tutto ruota
nell’ “universo immenso dove tutto è mistero”, anche la vita che
giorno dopo giorno si disvela. In quest’universo la poetessa crea spazio a quello che
ormai è diventato un traguardo importante per la sua vita: la poesia.
Una parentesi che si è aperta qualche anno fa con la sua prima raccolta
e che mi auguro possa continuare negli anni futuri ad arricchirsi sempre
più fecondamente. Voce
semplice e genuina, disposta a progredire, voce tra le infinite altre
che nel mondo si elevano per dire che i sentimenti nel cuore umano
dimorano ancora, che i sogni aprono orizzonti sconfinati alla speranza e
che i canti dei poeti da ovunque si innalzino possono creare
“l’arcobaleno di felicità” che riempie la vita della gente
semplice come la nostra poetessa che comunque sa che “l’umiltà è
la forza della vita”. Maria Varano
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