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Mancini Mauro
Prefazione
È
mio desiderio esprimere in breve i contenuti posti alla base della
composizione di questo testo non senza aver prima ringraziato,
doverosamente, la Aletti Editore, la quale consente alle voci prive di
ascolto di emergere dal silenzio. Il
tempo, nello scorrere attraverso la vita, la svela nei suoi modi piú
armoniosi e suggestivi che coinvolgono non solo il genere umano, ma
anche l’intero mondo vivente e quello delle cose i quali si prestano a
fare da sfondo a volte commovente, a volte riflessivo, in altre ironico
alla realtà poetica generata. Un microcosmo che stringe a sé la
visione di una meravigliosa forma vitale immersa nel lirismo e nella
profonda trasformazione di ciò che è bello. Parte
della poesia contemporanea è dominata da una gelida separazione dal
sentimento, dalla percezione della realtà, dalla fantasia. Il mio
intento è di arricchire l’odierna arte in versi con un lavoro che
rappresenta al vivo gli affetti, le passioni, i sentimenti i quali
suggeriscono il segno di un cammino avente come fine il raggiungimento
dell’essenza e della parvenza. Posso
affermare, con un senso di pudore e riservatezza, di essere un vero e
strenuo difensore delle radici della cultura italiana nella piú ampia
accezione del termine. Questa propensione non si realizza in una pura e
semplice elaborazione di un’opera filologica, ma si palesa nel provare
a serbare intatto il complesso delle qualità positive dei tempi
trascorsi ritenendoli di perpetua efficacia con la conseguente esigenza
di comporre poesie che siano animate da uno spirito classico e nel
contempo moderno, giacché non mi sento, né sono, un antiquario, ma
sono spinto dal desiderio di impiegare una forma linguistica la quale
possa essere compresa e stimata dal pubblico contemporaneo cui è
rivolta. S’intende
far uscire fuori dal tono delle liriche quanto è umano e reale, ancor
prima che poetico, l’amore per il piccolo e minuto crea-to del quale
vengono presentati i parvi fatti spesso velati da delicata nostalgia. In
questa poetica si può intravedere la volontà di porsi a contatto con
il lettore, quasi di volerlo osservare nelle sue reazioni nel corso
della lettura delle poesie. Commosso, quando esse sono tristi,
sorridente, se umoristiche e pensoso, allorché si trova di fronte a
quelle su cui ponderare. L’opera
“Sussurri dell’anima” è pervasa da quel senso di disappunto di
chi, attestandosi nella stagnante e paludosa realtà umana, si ritrova
al centro di fenomeni inspiegabili ed arcani e solo nella riflessione può
riacquistare la libertà. È vivamente presente la morte la quale
scaglia in una successione d’intervalli uno stato di profonda
infelicità, ma che serve a rievocare le incancellabili e meravigliose
fasi della vita. Custodire,
come un tesoro, il controllo delle emozioni senza tuttavia giungere ad
un algido distacco e cosí proteggere il senso di discrezione delle
personali affezioni nel momento in cui il testo poetico le rende
visibili dopo la rivelazione. In tale maniera ogni forma di
sentimentalismo viene fugata dalla capacità di persuadere propria del
moto dell’anima. La
delicanza linguistica della poesia nasce solamente dal cuore il quale può
donare a colui che leggerà il presente lavoro, piú che l’indicazione
del percorso da seguire per conquistare il sollievo liberatorio, la
sensazione di speranza atta a favorire la conquista di una nuova
rinascenza. Se
questo libro riuscirà a realizzare tale intendimento il mio sforzo non
sarà stato vano. Mauro
Mancini
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