Ogni mattino sua madre piangeva, sapendolo esposto ai bombardamenti delle fabbriche dell’hinterland milanese vicine alla Scuola Tecnica di formazione al lavoro: erano gli anni 1944-45, dei treni perduti e zainetti non firmati ad eludere i mitragliamenti dei caccia anglo-americani sulle ferrovie; ma la volontà di studiare, di apprendere tutto ciò che avrebbe significato il futuro, era forte, tanto da indurlo a sfidare i pericoli. Un vero assalto al treno dei “pendolari” per guadagnare, a volte, solo la predella della carrozza, perché l’interno era già stipato, o sul carro merce, per la tratta di venticinque chilometri: nel bello o brutto tempo. Al doposcuola, su di un foglio qualche verso già gli prendeva la mano (non riteneva certamente poesia): appunti da lasciare dormire per anni nel fondo segreto di un cassetto. Nella rilettura seguente, elaborando i ricordi, superata la pubertà, si sentì di lasciare un segno, elaborato per liberare certi grumi rimasti con l’introspezione del tempo vissuto; ed infine prendere coraggio, dopo qualche riconoscimento, per darle alle stampe.
Giulio Fumagalli d’Osnago
Riconoscimenti maggiori:
-1972 Venezia, prima edizione del “Premio Carlo Goldoni-Venezia”- 1° premio: medaglione di bronzo con effige di Carlo Goldoni, opera dello scultore Messina, con l’attestato di benemerenza e cifra in denaro per soggiorno veneziano (Cerimonia in Rialto trasmessa da RAI 3 TV); -1974-1976 Roma, finalista 3° e 5° al “Premio Anna Pane”; -1975 Udine “Premio Friuli” 2° premio assoluto; -1982 Venezia, “La Quercia D’Oro” Premio alla Cultura; -1988 Milano “Premio Città di Milano” 1° premio con Targa di Bronzo della Regione Lombardia, con cerimonia nella Sala del Cenacolo, Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo Da Vinci.; -Altri premi con attestati di minore rilevanza.-
giulio.fumagalli@alice.it
a cura di Antonio Carosella