Michele Noccelli

DISILLUSIONE


“A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio”, per cui ai posteri l’ardua sentenza.
Dopo aver trovato la chiave di volta della mia povera anima bella sono convolato a nozze con la poesia. Questa estrema derivazione, strappo ultimo a me stesso, va dicendomi che in fondo lo sforzo estremo di dare forma bellica alla poiesis mi ha alla fine ripagato. Intendiamoci, nella grecità del termine ‘poiesis’ s’intende la fluidità e l’amalgama del fare poetico, e può benissimo corrispondere alla differenza teorica tra significante e significato laddove l’uno sottende l’altro: È l’incongruo a parlare senza filtro quasi allo stato grezzo e brado, lasciando che il senso si ritrovi da sé, come un bambino che dopo essersi perso ritrova la strada di casa per caso.
Così, dopo infiniti giri di significanti, il ‘flusso poetico’ trova i corrispondenti pori ritmici per travasi sintattici tanto semplici quanto contorti, tanto complessi quanto effettivi. Gli ossimori si moltiplicano e il colloquio foscoliano tra il poeta e il suo destino è automatico, convola a nozze con la grazia lasciando solo il rammarico inevitabile di essere estraneo ai fatti: Il mondo scolora, pare un pianeta sconosciuto, il rifiuto majakovskijano di farne parte.
A proposito, devo la mia ispirazione a tre destini molto simili quanto distanti quali quelli di Bellini, Campana e Majakovsij. Sia per la loro tragica fine sia per l’estrema poesia che ha accompagnato le loro vite ( quella di Bellini è musica in cielo ) hanno rappresentato per me un pungolo e un tarlo d’infinita grazia la cui fortuna non ha età né cielo che tenga, sfrecciando dardica nell’eremo invalicabile dei secoli.
Morire giovani o impazzire è stato l’amaro destino della loro esistenza la quale, dopo averli pungolati e spremuti per bene fino alla fine, gli ha lasciato la beffa finale di una sorte irriconoscente e vigliacca.
Per cui alla loro memoria e a me dedico il libro confidando nel fatto che ogni destino fa storia a sé, e se anche le mille difficoltà e contraddizioni si accaniscono in modo infame e subdolo paradossalmente stimolano e pungolano per nuove straordinarie creature artistiche quei grandi cantori che la terra strappa dal suo seno troppo presto.
La voce mia fusa alla loro, così amo dedicarmi a me stesso.

Dalla "Prefazione dell'Autore"



Collana "Gli Emersi - Poesia "
pp.64 €12.00
ISBN 978-88-7680-219-5

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