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Lucia Primavera Monti
Si direbbe quindi una poesia romantico-sentimentale, la quale parte sempre da un battito del cuore, per ricercare i segni delle esperienze stratificate dal tempo, che divengono vivi memoriali rinnovati nel verso poetico. Per cui la Nostra si schiude all'incontro, tende all'altro, giacché nell'individuo, situato, il sorriso coadiuva l'amore universale. E spinge ad andare, ad uscire dal grigiore, a indossare una nuova veste, da ‘iniziati' alla vita, la quale è mistero, scoperta, gioia interiore. Per tanto la forma dei versi gode -in un certo senso- del verticismo, dell'essenzialità delle parole-verso che digradano, si stagliano nello spazio bianco, una sull'altra, facendo tesoro della pausa del pensiero -più che d'una rigorosa ricerca linguistica- che sosta nello spazio tipografico per illuminare il senso dell'esistenza cercato in poesia. Ora la vita qui è questo ‘tutto' che comprende gli opposti: “un sibilo di vento/ grida di dolore/ s'innalzano/ nell'immensità”, ma è anche l'attesa e “il tormento di una risposta”. I versi di Lucia Primavera allora, ordinati talora ad una spinta metafisica, non possono che godere della brevità, che non risulta mai criptica, anzi non sa proprio cosa sia la complessità, giacché tutto scorre come nei pensieri di bimba che ricordi -presentificandone l'essenza come in una reviviscenza interiore- le sue emozioni, i desideri, gli affetti, al modo che proprio gli innocenti sanno, allorché solo “l'andare a capo” permane come limite formale, a indicare che “di poesia ancora si tratti”. Ecco, se una nota dominante debba evidenziarsi, questa risulterebbe l'innocenza: pur guadagnando la maturità infatti -”il tempo passa inesorabile/ e tu grande quercia hai ancora l'orgoglio/ degli anni verdi”- la poetessa ha coltivato con la cura e la pazienza del giardiniere un'anima ‘fanciulla', impressionabile come cera atta a ricevere l'impronta, o che si fa lastra fotografica ove si fissano anche “i ricordi, il passato” che, soggiunge l'autrice, “fanno parte di noi/ anche se dolorosi”. Dunque proprio perché in grado di porsi all'ascolto, Ella sa anche indicare la via d'uscita per le “…anime deboli/ che chiedono/ invocano/ cercano/ pace/ confronto/ amore”, sicché “l'unica cosa vera/ …/ è il miracolo della vita”, apprezzato dall'anima trasparente, poetica, che diviene “calco” d'ogni esperienza di libertà. Andrea G. Graziano
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