La raccolta di liriche di Miriam è un libro di versi “illuminati” ed “illuminanti”, per cui la prefazione potrebbe derivare da un elenco dei suoi versi più significativi, che rivelano l’intima forza di questa giovanissima creatura: Miriam è un poeta, senza aggettivi, né definizioni.
La “sintesi” è il verso “MI VIVO” nel quale Miriam è riuscita a dire tutto della poesia, dell’ispirazione artistica, degli affetti, dei dubbi, delle lacerazioni esistenziali, quindi della VITA!!!
Certamente questa stilla di poesia è una affermazione di identità di altissimo valore poetico e di altissima consapevolezza.
“Non prosciugo le parole” e per dirla con S. Beckett: ”Non c’è più niente da esprimere, eppure bisogna dirlo”.
“Mi vivo” è l’essenza, la colonna portante della intera raccolta: “Viversi” una sorta di “imperativo categorico” per amare la vita, supremo mistero di gioia e di dolore (Zucchero e sale); sorprendente, direi anzi meravigliosa intuizione (non a caso “l’intuizione è un ponte tra il finito e l’infinito” - Bergson) di un’adolescente che attraverso il suo dolore, nell’alchimia dei suoi sentimenti, perviene alla gioia di sentirsi viva… Mi vivo! (Rinnovo ogni giorno il mio cuore).
È terapeutico leggere poesia, se riesci a creare il silenzio di assimilarla; la poesia aiuta a depurare il linguaggio quotidiano, che banalizza la realtà… così leggere la poesia di Miriam è terapeutico, perché la realtà è vissuta, sofferta e in definitiva amata, per la gioia delle sue dolci sensazioni (presi tanti pezzetti di stoffa colorata… arcobaleno erano i colori… verde era il colore della foresta).
Concludo con un gioco verbale aderente alla sua personalità:
Miriam = Poesia!
Poesia = Terapia.
Pina Lamberti Sorrentino (Scrittrice) dalla Prefazione