Rosario Aveni
L'argine
Dopo la mia prima raccolta di poesie Christine amava le rose, ho trascorso parecchi mesi a sperimentare nuovi spunti ispirativi e forme metriche attraverso il meccanismo dei cosiddetti book on demand, libri a tiratura limitata (non selezionati da case editrici), commissionati a stampatori.
L'ho ritenuto un passo indietro obbligato, visto il convincimento di non possedere ancora un modus scrivendi coeso ed elegante.
I canovacci facevano fatica a distaccarsi da una sorta di romanticismo adolescenziale, dall'uso assiduo della rima baciata e dal paradosso proprio dell'ossimoro.
Videro così la luce due libri senza troppe pretese (Onde anomale di pensiero e Tra le pieghe del nulla).
Queste prove generali di composizione hanno però avuto il merito, da buoni affluenti minori, di sfociare, dopo varie rielaborazioni testuali, nel mare stilistico in cui finalmente mi riconosco.
L'argine rappresenta il mio modo di sentire e intendere la Poesia:
elevata forma comunicativa incontaminata.
Di incommensurabile ausilio mi sono state le approfondite letture dei Poeti maledetti e dei Romantici inglesi dell'800, più consoni di altri a toccare le sensibili corde dell'anima.
Capisaldi distintivi del mio modo di comporre ora sono:
-un rievocare gli eventi affidato ad improvvisi e repentini flashback, che conducono la mente verso dimensioni spazio-temporali ormai lontane.
-il richiamo continuo in forma allegorica dei principali elementi naturali ed astrofisici (il sole, la luna, le stelle, il vento, il mare, le onde, la pioggia, il freddo, il caldo, i prati, i fiori).
-la presenza incessante delle metafore: non vi è poesia in questa silloge che non esprima almeno un richiamo in senso metaforico.
-una predisposizione d'animo vinta dalla rassegnazione di dover vivere un presente con cui non sento di avere alcun punto in comune.
L'oggi è, a mio avviso, talmente sterile dal punto di vista comunicativo e solidale che sempre più individui preferiscono convivere con la solitudine, unica compagna disposta a non far perdere mai di vista gli ideali etico-comportamentali fatti propri da ognuno di noi.
Amplificando il mio scetticismo,arrivo a paventare l'ipotesi di una progressiva diminuzione della codifica e decodifica diretta delle interazioni umane.
Non ci si parla quasi più, affidiamo a freddi e sincopati sms ed e-mails il compito di surrogare l'appagante calore delle parole.
Persino i sentimenti sembrano compressi in cartelle di files informatici.
Reputo di non essere troppo distante dalla verità se affermo che la pioggia tecnologica infinita, unita a dubbi e dolori esistenziali, propri di questo nuovo medioevo oscurantista, stia facendo cedere L'argine della fecondità intellettuale e morale collettiva.
Collana "Gli Emersi - Poesia"
pp.56 €12,00
ISBN 978-88-6498-262-5
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