L’uomo nobile non pecca, vuol dirci il profondo poeta: per il suo operare vada pure in rovina ogni legge, ogni ordine naturale, perfino il mondo morale, proprio attraverso questo operare viene tracciato un superiore cerchio di effetti, che fondano sulle rovine di quello vecchio, crollato, un nuovo mondo. Ciò vuole dirci il poeta, in quanto è contemporaneamente pensatore religioso: come poeta dapprima ci mostra un meraviglioso e aggrovigliato intreccio processuale, che il giudice lentamente, nodo su nodo, scioglie provocando la propria rovina Di fronte al vecchio che è oppresso da un eccesso di miseria ed è abbandonato proprio come sofferente a tutto ciò che lo colpisce, sta la serenità ultraterrena che s’irradia dalla sfera divina e ci indica come l’eroe raggiunga nel suo comportamento puramente passivo la sua più alta attività, che si estende molto al di là della sua vita Così il nodo processuale aggrovigliato per l’occhio mortale, viene lentamente sciolto Se con questo chiarimento rendiamo giustizia al poeta si mostra come l’intera concezione del poeta non è nient’altro se non proprio quella immagine luminosa che la natura risanatrice ci pone dinanzi dopo che abbiamo guardato nell’abisso (tratto da La Nascita della Tragedia di Friedrich Nietzsche). Dopo questo che cosa potrei dire senza cadere nella retorica e nella banalità di ripetere concetti che altri molto più saggi di me, tanto tempo fa, hanno già scritto?
Solo una cosa mi permetto di scrivere, conosci te stesso e quindi conosco me stessa. Punto di partenza ma anche d’arrivo per soddisfare quel mio bisogno di staccarmi da ciò che è esistito ed operare una trasformazione radicale distante da quell’ipocrisia che ho provato sulla mia scorza, ipocrisia umana o cristiana che sempre ha predominato l’esistenza attuale e quella passata.
Naturalmente per soddisfare questo bisogno ho voluto rivolgere lo sguardo nell’intimità, nell’orrore della natura e nell’abisso del passato per scorgere il fascio luminoso eterno che ho espresso con la mia poesia, che non è altro che interpretazione del mio sogno, lungamente taciuto.
Luciana Mameli è nata a Jerzu (Nu) il 22 Settembre 1964. Laureata in giurisprudenza, abita in provincia di Roma insieme ai suoi due figli Alessandro Maria e Emanuele.