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Michele Filipponi Dunque, vediamo un po'… Magari è meglio non pensare a niente che dici? Magari non dico un cazzo che tanto mi sa che ormai quello che dico lo hai imparato a memoria. Eppure di addormentarmi e basta non mi và e allora qualcosa dovrò pur dire, in qualche modo. Sopra a me ho le solite cose, messe tutte lì da un bel po', ferme nel tempo come statue di cera ancora conservate benissimo. E mi rendo sempre più conto che la mensola si piega perché il passato lì sopra si fa davvero pesante. Sul comò girano trottole di qualche vita fa, russano oggetti, giocattoli e fogli di carta che ormai non c'è più verso di risvegliare… eppure russano ancora. Dentro l'armadio sento respirare solo i vestiti, e la colla dei poster seccata da un po' che nonostante tutto si vede. Niente scheletri. Neanche a Carnevale. Sotto il letto forse striscia ancora qualche serpente di merda pronto ad entrarmi nello stomaco per scassarmi un po' l'anima durante la notte. Magari c'è anche qualche oggetto smarrito, qualche giocoperso che è lì sotto da chissà quanto e nonostante lo sappia me ne son sempre sbattuto le palle, che tanto qualcosa che si perde la trovo quando mi pare, per cui meglio tenersi quello che si ha. Collana "Gli Emersi - Poesia" pp.128 €14.00 ISBN 978-88-7680-723-7 |
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