L'idea è un bene prezioso, un patrimonio da gestire con saggezza e con sobrietà. A volte si manifesta in modo naturale e semplice, senza forzature. Il metro migliore, per giudicarne l'efficacia, è ciò che “rimane” alle persone che ne vengono in contatto, nel preciso istante in cui i loro commenti ne sanciscono l'esistenza e ne definiscono lo spessore.
Poemantikha Nova può essere un'idea non completamente innovativa nei contenuti, lo è però nella forma e nella sua essenza. È un percorso che si sviluppa senza trame né schemi, non vuole essere un romanzo o una raccolta di poesie e prosa. È una sorta di saggio assimilato che non ha pretese né esigenze. È un semplice passaggio libero tra i sentimenti e le emozioni, qualcosa che si sviluppa attraverso un commento, un racconto o una fantasia del momento: una traccia sull'emozione.
Molte persone nel mondo si avventurano nella scrittura, con poesie, scritti, pensieri o con semplici momenti d'intensa epistolarità.
Si tratta di un popolo veramente numeroso che spesso si cimenta con discrezione, quasi impaurito nel timore di aprire se stessi al mondo, come se rapportarsi con i propri simili potesse rappresentare un problema.
È vero, a volte è necessario avere a disposizione uno “scudo” per affrontare una società moderna, improntata principalmente sull'utilitarismo, ma è certo che esistono modi antichi per difendersi da tutto questo.
Mantenere le nostre “radici buone” il più classico degli esempi. Radici importanti che sono gli insegnamenti del tempo, quelle che vivono negli occhi d'esperienze canute, spesso stanche, ma al tempo stesso così ricche di vita, preziosi contenitori di emozioni che non chiedono altro che qualche attimo per poter condividere questo immenso patrimonio.
Scrivere oggi può essere forse il modo più diretto per entrare in contatto con il mondo intero.
Di diverso c'è sicuramente il modo rispetto al passato. Questo non esclude che qualsiasi tentativo, quando nuovo, debba essere rispettato e premiato. È chiaro che non rinnego l'amore per la matita, per la penna e nemmeno per la cara e amata macchina per scrivere, per le quali nutro stima, rispetto e amore, ma accolgo con piacere la nuova era dell'informatica, del computer e del “topo” attraverso il quale, peraltro, in questo momento sto scrivendo queste “righe”.
Il computer non ha di sicuro il fascino della manualità antica, tuttavia bisogna ammettere che quest'oggetto permette di collegarsi con tutti, abbattendo con facilità tutte le barriere fisiche che a volte limitano l'essere umano.
È sufficiente pensare alle persone normodotate o gravate da handicap che fino a pochi anni fa dovevano organizzare la propria vita, spesso triste e solitaria, in funzione dell'appoggio delle persone che li circondavano (volontari e familiari).
Oggi queste persone, proprio grazie al computer, possono fare molte più cose, con passione e soprattutto con autonomia. Cose persino banali, come fare la spesa senza dover uscire da casa, evitando così i tanti problemi “che la nostra evoluta civiltà” ci elargisce in abbondanza. Sono persone che oggi possono persino “viaggiare” su uno schermo digitale o intrattenere copiose relazioni epistolari con tutto il mondo, comunicando con chiunque sia interessato ad un semplice rapporto umano.
Tutto questo ruota intorno a un'emozione, quella sana emozione che non ha confini e che si trasforma in scrittura, senza conferire esagerata importanza alla forma, sia essa poesia o un semplice racconto, divulgata con l'inchiostro di una penna o attraverso il riflesso delle dita sulla tastiera di un calcolatore (come direbbero i francesi).
Questo mio breve viaggio vuole essere un percorso ricco di tracce sulle emozioni, emozioni che chiedono solo di essere rivissute, condivise o semplicemente “sentite” nel profondo del proprio essere.
Collana "Gli Emersi -Poesia"
pp.76 €13,00
ISBN 978-88-6498-154-3