La prima silloge di Valentino Vitali, Raggi di sole, è una bella
raccolta di poesie con caratteristiche diverse che danno complessivamente
il senso profondo della sua poetica.
In alcune è preponderante un sentimento di stupore e di amore
verso la natura, alcune sono a sfondo sociale, in altre il poeta attua
una sorta di fermo-immagine mentale su passate esperienze personali,
il cui ricordo, pur ancora vivo, viene sfumato in sensazioni di
tenera malinconia.
È il poeta stesso a indirizzarci verso la comprensione del suo
personale modo di pensare e di sentire, quando si sofferma sull’analisi
di quelli che definisce uomini d’acqua.
Egli è uno di questi uomini d’acqua, (in quanto nato nel bel paese
di Bellano in riva al lago, dove da sempre vive), che possiede “sottili
sensibilità”, “tenerezze inusitate”, “un modo di scivolare con lo sguardo sulle
onde”, ma è anche pronto a lasciarsi prendere da “ire improvvise proprie
delle acque che l’hanno visto nascere”.
Attraverso questa ondeggiante metafora dell’acqua si coglie la
sua particolare modalità di sentire che realmente poi vedremo tradursi,
in modi sempre nuovi, in tutte le sue poesie.
Ed è proprio la straordinaria sensibilità del poeta che fa sì che egli
si immerga, per così dire, tutto intero, corpo e anima, nelle cose che
osserva. Così che le sue descrizioni della natura e di quel che vi
accade non sono mai (o quasi mai) disgiunte da una trasposizione
del “fuori” all’interno del suo animo, sia per rievocare esperienze
che sembravano depositate in un tempo tanto lontano da essere
irrecuperabili e che invece tornano a farsi vive nel paragone con ciò
che sta osservando, sia semplicemente per attuare un parallelo tra
la vita della natura e quella dell’uomo, sia ancora per trarne qualche
insegnamento utile a migliorare la percezione che si ha di se stessi e
del proprio destino.
A volte le immagini che utilizza sono così originali (ad esempio,
nella poesia Carsismo interiore), che persiste una vivida sensazione di
trovarsi sul luogo di cui ci parla e di osservare quel che accade,
salvo trovarsi, nel finale, proiettati nella propria interiorità, seguendo
quel balzo improvviso a cui lo stesso poeta è incline in modo del
tutto naturale.
Le emozioni provate non sono espresse in un modo che possa
apparire solipsistico, anche quando il poeta fa riferimento a personali
esperienze, ma anzi coinvolgono il lettore a tal punto da sentirsi
a sua volta autorizzato a farle proprie. E in ciò consiste quel
carattere di universalità delle poesie di Valentino Vitali, che le rende
fruibili anche da lettori che non abbiano particolare consuetudine
con la poesia in generale.
Dalla Prefazione di M. Carmen Lama