Sergio Nigro
Homo sapiens
L’autore di questa raccolta di poesie, Sergio Nigro, è nato ad Avellino nel 1957 e vive a Roma. È laureato in Economia e si diletta nella scrittura in versi e prosa per un piacere interiore intenso, quasi una forma di terapia dello spirito.
Questa seconda raccolta estratta esamina vari aspetti negativi della natura e condizione umana che nonostante la classificazione antropologica di “Homo sapiens” (da cui il titolo ironico) nel cammino evolutivo dell’Uomo, non sembra meritarsi neanche letteralmente tale appellativo, oppure 250 mila anni non sono stati sufficienti ad una evoluzione integra ed appagante, come se stesse storicamente ancora collocato in un limbo embrionale o una primaria frazione temporale o fase infinitesimale post primordiale, ove vengono sfruttate parti cerebrali minimali, appena superiori o deviati dall’essere animale, ancora lontana dall’elevare realmente l’uomo dal rango di primate, nonostante la variazione dell’aspetto fisico e del proprio habitat, circondato da pertinenze e trastulli relativamente moderni e altamente tecnologici che occultano la reale condizione morale e intellettiva umana, oscillante tra la stasi e la regressione, come dire tre passi avanti verso la conoscenza e applicazione scientifica (uso costruttivo) e due indietro verso la barbarie tecnica e derivati (uso distruttivo), rendendo l’Uomo tuttora ancorato al suo diretto avo, che altresì spesso rinnega ma emula senza ravvedersene per natura propria, facendo prevalere proprio quegli istinti primordiali predatori e prevaricanti, ancora non pienamente inibiti nella puerile coscienza per debolezza e ignoranza, tanto da potersi autodefinire “Homo predator”, senza errori di classificazione, dominando su tutti gli altri esseri viventi e non temendo più rivali naturali ha rivolto progressivamente l’arma del dominio anche contro i propri simili per pseudo vantaggi personali e di casta nel breve periodo, incurante degli effetti devastanti nello sviluppo delle discendenze, basi già contaminate delle future civiltà.