Pierluigi Tamanini

ROTTE MUTANDE
O L'INQUIETUDINE DELL'ETERNO CERCARE


“I treni passavano senza più tornare. Jin li osservava allontanarsi. Vedeva la sua vita avvizzirsi e non faceva niente per salvarla, per darle un senso. Si nascondeva dietro la mediocrità di una società malata. Vi si perdeva senza reagire, sentendosi ormai troppo vecchio. E più aspettava, più si sentiva vecchio. E più si sentiva vecchio, più era arrendevole e in preda alla disperazione.”
Jin è un giovane insoddisfatto della vita che conduce. Teme di consumare i suoi anni migliori in una monotona ed inutile routine. Lentamente precipita in un inferno artificiale fatto di alcool, sesso e solitudine. Scoprirà che solo cadendo ci si può rialzare. Cercherà la felicità in India, lontano da tutto e da tutti. Ma il suo vero viaggio sarà un eterno percorso interiore durante il quale avrà modo di riflettere, di meditare sul significato della vita, sull'eterno dualismo tra spiritualità ed esperienza, tra l'accontentarsi e il ribellarsi, tra l'immobile stanziare e l'infinito peregrinare.
“Sono solo un bambino che non vuole rinunciare a niente, che ha paura di invecchiare, di svegliarsi un giorno spento e insoddisfatto. Ho paura di ritrovarmi incapace di amare, represso, sposato ma solo. Sento che ho bisogno di sfogarmi, di cercare, di non rispettare le regole, di fare lo stupido, di sbagliare, di vivere alla giornata, di cadere, rialzarmi e cadere ancora. […] Voglio vedere come è fatto il mondo. Voglio viaggiare. Voglio scoprire. Voglio volare. Voglio.”


Collana "Gli Emersi - Narrativa "

pp.300 €20.00
ISBN 978-88-7680-637-7

Ordina il libro