Giustino De Santis

POESIE PIRAMIDALI

I versi della presente raccolta non hanno filiazione diretta con la metrica tradizionale ma in quanto ‘liberi’ utilizzano la parola nella sua accezione di ‘puro segno’ e di ‘magico suono’.
Per me pittore che ‘vivo’ i territori del colore, essi nascono dal bisogno antico, semplice ed individuale di ‘registrare’ sul foglio bianco che li accoglie, “l’alito sonoro” racchiuso negli ideogrammi che compongono la parola, quale sodalizio di magica grafia e di sonorità gutturale prima ancora di assurgere a fonema ‘caricato’ di specifico significato concettuale.
La percezione, infatti, nel suo vagabondare per il reale e nel vivere gli eventi della vita che ogni giorno ci bagna e ci accompagna, attonita si sorprende all’evento sonoro della parola pronunciata.
Scollata di senso, accanto ad ogni parola ‘madre’ raduniamo mosaici di parole ‘paggetto’ perché in un paesaggio assolato e non ancora edificato, fiorisca il suono prima ancora che la convenzione vi ‘semini’ specifico significato.
Al lettore chiedo la necessaria comprensione per l’uso un po’ ‘arbitrario’ della parola così intesa e utilizzata affinché questa, amica sincera ed affettuosa del nostro versificare, abbia in questa sede novella vita, la stessa per la quale ora qui chiedo ogni possibile e generosa solidarietà.

Giustino DE SANTIS è nato a Cansano (AQ) nel 1942. Vive e lavora a Roma, dove si occupa con notevoli risultati di pittura.
Dopo una iniziale esperienza d'impronta figurativa, approda ad una poetica di tipo “modulare”. Nel 1980 presenta il frutto delle sue ricerche in una personale a Roma dove netto si profila il suo orientamento linguistico caratterizzato dal rifiuto di ogni figurazione aneddotica ma con significazione dell'opera in senso metaforico che permette all'Autore l'impaginazione di situazioni estetiche come possibile dilatazione poetica del REALE, o riferire sulle infinite possibilità di oggettivazione del pensiero puro. Egli ritiene, peraltro, che l'arte nei diversi linguaggi in cui si esplica, sempre più risulta essere un insieme di infiniti incontri e scontri a livello di percezione verticale della realtà; l'azione, laddove si oggettiva, è solo una fra le tante possibili, ma è pur sempre una verità, poiché non v'è possibilità di dilatarla nel medesimo spazio-tempo in cui si è costituita.
Nel 1992 pubblica il volume di poesie “Gli umori del lucignolo” e nel 1994 il saggio “La visione modulare”.



Collana "Gli Emersi - Poesia "
pp.80 €13.00
ISBN 88-7680-162-4

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