Mario Bello

TRA I RAMI DELL'INDIFFERENZA

Tra i rami dell’indifferenza di Mario Bello denota, già dai primi versi, delle tematiche centrali, costitutive del suo essere poeta, che vengono riproposte con costanza e ardore all’interno di questa raccolta.
Come affermava Cesare Pavese, ogni autore ha delle tematiche fondamentali che si ripresentano spontaneamente, che esplicitano, ed esemplificano, attraverso la produzione letteraria, la sua visione del mondo, i suoi valori, la sua sensibilità sugli accadimenti della vita quotidiana.
In Mario Bello possiamo trovare questa radice primaria nel rapporto con la natura, quasi un contatto estatico che assorbe anche il linguaggio poetico, nel senso di religiosità, ancor più della appartenenza religiosa, che accompagna i gesti quotidiani, dove non sono necessari i rituali con cui ci si rapporta con l’assoluto, ma il puro sentimento che ci rapporta con gli elementi della nostra esistenza: il firmamento, l’aria, l’acqua, diventano così fonte battesimale che genera il verso e dal verso, in cambio, ricevono nuove sembianze.


Con il sole che si poggia
appena, sul marciapiede,
la città si sveglia pigra,
tra le strade allungate…

Tratto da “Il cammino del giorno”
L’aria non si spandeva più,
nell’aria, i pensieri si annodavano
ai pensieri, che si fendevano
come una ragnatela…

Tratto da “L’aria non si spandeva”


Grappoli di luna nuotano
nel mare, dando l’addio
ad un’estate che cade,
e lasciano alle sirene
il lento sciabordio delle onde
a richiamare gli ultimi dei…

Tratto da “Siamo i naviganti di ieri”

La cifra stilistica di questa opera non consta, dunque, in un mero esercizio della scritta parola, ma da uno stato di necessità che trasforma la propria esperienza di uomo in atto letterario che si sforza di riproporre quei valori ed ideali, ormai desueti all’uomo contemporaneo. È evidente a tal proposito la funzione storica di non assecondare l’oblio, fatto di cementata indifferenza e di alberi violati nello zoo della città - dove l’albero sta alla città come gli animali allo zoo - ma di rivendicare una memoria che riconduca un genere umano completamente scisso da se stesso, che vive nel periodo della frammentazione che è costituito solo da individui-mondo, verso sentimenti di comunione con la natura circostante che rendono meno amaro il nostro essere “finiti e a scadenza”.
A conferma di quanto appena asserito, quale miglior viatico, per questa robusta opera poetica, di quello di Umberto Saba: “Che cos’è in fondo un poeta, un poeta davvero? L’ho già detto altrove: un poeta può essere molte cose, ma è soprattutto un bambino che si meraviglia di quello che accade a lui stesso diventato adulto”



Collana "Gli Emersi"
pp.128 €13.00
ISBN 88-7680-058-1

Ordina il libro