Ignazio Barbuscia

SENTIMENTO PROFONDO

Impressioni d’amore
di Andrea Giuseppe Graziano

C’è spesso un ritorno nello sguardo di chi preferisce il cammino alla casa, di chi guarda il mondo con gli occhi del viandante.
Questo speciale candore dello sguardo appartiene certamente a Barbuscia, il quale gode anche d’un punto di vista privilegiato qual è quello “fanciullo” -nel senso pascoliano- che vede le cose e il mondo come per la prima volta e si meraviglia della carezza del vento, delle nubi di primavera.
Qui, attraverso una sintassi semplice ma coerente, si trova tutta la sensibilità romantica di chi, per esempio in “Amarsi in silenzio”, osa solo sfiorare con la voce la donna incontrata per caso sul treno e laddove altri avrebbero prodotto la pletora d’immagini stantie d’avventura da viaggio, il Nostro ha cercato invece la purezza d’affetto che germina nel dolce ricordo.
È una poesia “impressionista” quella dell’autore, che anche attraverso alcune forme brevi che risuonano come pulsazioni del cuore, porge le visioni dell’orizzonte, delle spighe di grano che il vento/ ondulava dolcemente.
Il poeta ci offre quindi una coesione di immagini naturali e psichiche in “Un giorno sei apparsa”: ti attendevo/ da tanto tempo. / Da tanto tempo sei nel mio cuore; qui la presenza spirituale, forte come quella reale, si nutre piuttosto del desiderio, dell’attesa inesausta, che del raggiungimento dell’oggetto d’amore.
Ecco risuonare la gentilezza d’animo della lirica italiana delle origini, della scuola Toscana, che partendo dalle immagini dell’amore di lontano, perviene alla cristallizzazione dell’immagine dell’amata, fino alla sua spiritualizzazione come figura angelica e ponte verso l’assoluto operata dagli Stilnovisti.
Caratteristica propria dell’autore è quella di trattare la vita con rispetto, sicché la Poesia assurge a strumento esistenziale -oltre che estetico- che eleva a ciò che è degno di essere vissuto, con grazia.
Il poeta, come il bambino che parla alla conchiglia più bella su un lembo d’arenile, o che nello spazio del suo teatro gioca a dare il nome e a donare vita alle cose e ai personaggi della sua fantasia, parla a “La luna” -titolo d’una lirica compresa nella silloge- rispondendo persino al clichè, al modello del poeta romantico che effonde il suo canto all’ente lontano, di memoria leopardiana; qui però egli non rivela la sua angoscia esistenziale, bensì il desiderio di immergersi in un’atmosfera rassicurante, nel paesaggio che gli è caro dall’infanzia, di dolce ed arcana solitudine.
Tante sono le sfumature che emergono dalle liriche di “Sentimento profondo”: frequenti sono le metafore di uso consolidato e fiorite nell’alveo semantico naturale più consueto, mentre della struttura del verso si mettono in evidenza le iterazioni di parole e di pensieri cardinali all’interno della stessa lirica, come forme di anafore concettuali, che tendono ad approfondire gradualmente le sensazioni, i sentimenti e le visioni colte dal reale.
Talora i versi funzionano come istantanee della vita ri-vedute a distanza di tempo, e tutto fa ben sperare per un futuro approfondimento stilistico di ciò che oggi sembra originarsi attraverso una facilità d’approccio alla scrittura, connaturale ad una formalità estemporanea



Collana "Gli Emersi"
pp.64 €12.00
ISBN 88-7680-059-X

Ordina il libro