Teresa Ancona

RANDOM POETRY - POESIE PER CASO


Di Viandanti e di Stranieri.
di Flavia Weisghizzi

Accostandoci come lettori ignari alla poesia di Teresa Ancona, si viene colpiti da una caratteristica fondamentale della sua scrittura, quella capacità di disporsi liquida nelle pagine, nel suo scorrere fluente e lento attraverso i versi.
Poesie per caso, poesie per ragione, poesie che nascono da un profondo e ponderato uso della parola, una poesia che cela l’accurato studio della tecnica poetica dietro una versificazione in apparenza semplice ed immediata.
La poesia della Ancona si distingue infatti per una ritmica serrata e un sapiente gioco di rime e allitterazioni, di assonanze e consonanze che costituiscono la solida spina dorsale di quelle poesie che scelgono il verso libero come di quelle che prediligono una costruzione metrica più tradizionale, quelle che sono scritte in italiano e quelle che utilizzano l’inglese.
Il tutto nella chiave di una sperimentazione personalissima, in quel modo di essere viandante che saggia le strade con i propri passi.
Teresa Ancona non ha ancora raggiunto una meta definita, non si è fermata, ma, viaggiando, ha raccolto dei tentativi e, come Schopenhauer insegna, l’importante è andare: scavando per raggiungere il centro del mondo si raccoglie tanto materiale e quando ci si ferma, si è guadagnato lo stesso molto, tutto ciò che si è scavato.
La tensione della ricerca stilistica trova la sua naturale prosecuzione nella ricerca tematica, in una Weltanschauung negativa pur non essendo pessimista, in una analisi critica di doloroso straniamento che fa della Ancona un’outsider, una Straniera.
Trasformando la propria esistenza in una esperienza paradigmatica, Teresa Ancona riesce a sollevare dalla mera rappresentatività la dolorosa consapevolezza della fine, il conflittuale rapporto della procreazione, l’irriducibile dialettica tra il desiderio di evanescere e la necessità di permanere, lo scontro antipodico tra la solitudine anacoretica e l’incontro sensuale, trasformandoli in una ricerca, in un dialogo ininterrotto tra sé e il mondo.
Teresa Ancona è sì una straniera, ma, nondimeno, cerca un incontro, non si rifugia nella torre d’avorio dell’autocommiserazione o della critica sociale asettica e sterile. Sceglie invece di farsi carne, di sporcarsi le mani, senza nascondersi dietro alla poesia per togliersi il dolore dagli occhi, ma impugnando invece la poesia stessa come un’arma, e la pagina come campo di battaglia, per combattere senza cedere al rancore o alla disperazione ma, semplicemente, andare.
Ed è questo forse il messaggio più profondo e duraturo della sua poesia, quello di rimboccarsi le maniche e farsi coraggio, questo continuo mettersi in dubbio e procedere, tra mille paure e preoccupazioni, ma sfidando ogni giorno la sorte.



Collana "Gli Emersi"
pp. 64 €12.00
ISBN 88-7680-056-7

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