Francesca Silveri
Proprio come una balena
Anni fa, ad un certo punto della mia vita, mi ritrovai in una sorta di selva oscura mentale. Non è che avessi smarrito la retta via, è che proprio non sapevo se c'era una retta via da percorrere. Ero in fase di stallo. A volte fa anche bene soffermarsi per fare il punto della situazione, ma a me non piace stare ferma e mi sentivo come se mi fossi impantanata nel fango di notte. Le cause di quella situazione erano molteplici, ma so di non essere né la prima e né l'ultima persona al mondo che prima o poi si ritroverá impantanata in quel modo. Per me quella fase duró circa sei mesi, poi un bel giorno, durante una breve vacanza estiva a Londra, andai a vedere una rappresentazione di Come vi Piace allo Shakespeare's Globe Theatre ed ebbi una folgorazione. Fu come quando l'oculista trova la lente giusta, o come quando si schiudono le orecchie dopo giorni che erano tappate. Nella mia vita mancava Shakespeare! Certo, non posso ridurre tutto al solo Shakespeare, ma era un inizio. Mi mancava un senso di direzione e il Bardo mi stava indicando la prima svolta da prendere. Tornai in Italia rincuorata e con le idee chiare. Avrei finito l'universitá e poi sarei andata a Londra per continuare gli studi in materia Shakespeariana. Ma c'era del lavoro da fare. A Roma ebbi la fortuna di frequentare il corso di Studi Shakespeariani del professor Agostino Lombardo, un'eminenza in campo Shakespeariano, ma sopratutto un professore meraviglioso. Mi innamorai ancora di più del Bardo e ritrovai in Amleto tanti temi che mi toccavano sul vivo. Quel senso di perdita e spaesamento che provava il Principe Danese lo provavo anche io, il suo malessere psicologico mi ricordava il mio, il sapere che la cultura e la conoscenza umana erano limitati, come dice al suo fedele amico “ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, che non ne sogni la tua filosofia” (Atto I, Scena V), era una cosa che mi affascinava e mi torturava da sempre. E pian piano iniziai a capire la vera grandezza del dramma. Amleto non era solo una soap opera su una famiglia reale medievale disfunzionale arricchita da battute geniali e poetiche. C'era di più oltre alla storia e le parole. E quel qualcosa di più lo si ritrova in varie salse in tutte le opere di Shakespeare, è il dialogo che i personaggi hanno col pubblico. Non intendo letteralmente i soliloqui, ma proprio quel senso di complicità che si instaura tra gli attori sul palco e gli spettatori a teatro. È come se il buon vecchio Bardo ci tenesse per mano mentre la storia si svolge e ci dicesse “la vita è così, va e viene, è importante, ma non prendiamoci troppo sul serio.” E questa cosa la dice e la ridice in tanti drammi e commedie; diverse battute, stesso concetto. Vedi Macbeth : “la vita è solo un'ombra che cammina, un povero attorello sussiegoso che si dimena sopra un palcoscenico per il tempo assegnato alla sua parte, e poi di lui nessuno udrà più nulla,” (Atto V, Scena V), o Come vi Piace : “tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti,” (Atto II, Scena VII). E su questa riflessione arrivo al perché del titolo di questa raccolta. “Proprio come una balena” è una battuta da Amleto . È un momento dolce e amaro in cui Polonio (consigliere di corte e padre di Ofelia, ex fidanzata di Amleto, nonché artefice della loro rottura) sta cercando di verificare se il Principe é effettivamente pazzo come sembra. Si sa che i pazzi vanno assecondati ed é esattamente la tecnica che adotta nella conversazione con Amleto, che per prenderlo in giro a sua volta, avendo capito il gioco di Polonio, gli chiede se una nuvola in cielo non gli sembra prima un cammello, poi una donnola e poi una balena. Polonio ovviamente conferma di vedere tutte e tre le forme nella stessa nuvola, dicendo infine che è “proprio come una balena.” Amleto cosí ha la sua conferma che Polonio lo sta compiacendo perché lo crede uscito fuori di senno. Uso questa battuta come spunto per il titolo della raccolta di poesie perché mi ricorda che la vita e l'arte non vanno prese troppo sul serio. Non posso dirvi cosa c'è nelle mie poesie, un po' perché non lo so neanche io, e un po' perché è riduttivo spiegarle o analizzarle. Sta a voi vederci quello che volete perché sia la vita che l'arte uno le può interpretare come vuole. Ciò non vuol dire che nell'arte si lascia tutto al caso. Al contrario, le parole sono importanti, sono la forgia del pensiero, e questo, per volatile che sia sulle sue ali dorate, è ciò che ci da direzione nella vita.
Collana "Gli Emersi - Poesia"
pp.52 €12,00
ISBN 978-88-6498-346-2
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