«Una penna che si scontra con un foglio immacolato è, per me, la più grande arma. Scrivere, come leggere, non significa soffermarsi solo sul suono o sul significato letterale della parola ma vuol dire immergervisi: frantumarla, fagocitarla, farla propria…
Scrivere è osservare, il mondo e i vari eventi, con altri occhi: quelli dell’anima. Quest’ultima è come un filtro che addolcisce, a volte, anche le ire della ragione.
Gustare, centellinare le emozioni della vita, farle proprie e rigurgitarle su un foglio bianco, attraverso una mano che diventa lo strumento espressivo dell'anima, è rendere partecipe il lettore di quella particolare emozione, immergendolo in un mondo che è specchio dell'anima».

Graziella Santoro, casalinga, è nata a Antony (Francia) nel 1962. Dopo la maturità magistrale, ha frequentato un corso triennale di Teologia.
In quest’opera poetica, con l’emblematico titolo Un’anima a nudo, è celata gran parte della personalità dell’autrice.

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