Durante, figlio di un vecchio notaio, trova una sorta di diario dentro un'antica scrivania di suo padre: fogli scritti a mano e talvolta addirittura vergati con gocce di sangue.
Incuriosito, procede nella ricerca e trova altri fogli, pezzi di giornali, riflessioni, foto.
Scopre, così, la storia di una giovane donna ebrea, che ha vissuto il ventennio fascista cogliendone entusiasmi, delusioni e brutture.
Sarah Tamar, è questo il nome della protagonista, è l'anello di congiunzione tra tre uomini: Leone Sangiorgio, il medico che sceglie il confino volontario; Elia Almansi Macchioro, professore universitario e padre di Sarah; nonché lo stesso padre di Durante.
Tre uomini, tre partigiani e una giovane donna che cerca di vivere il più dignitosamente possibile quella vita che il Fascismo si prepara ad annullarle.
Attraverso le lettere di Leone, Sarah prova a dare un senso alla propria esistenza, ma senza riuscirci. Scopre in sé, tuttavia, quella forza interiore che l'aiuterà poi a vivere coraggiosamente la prigionia a Mauthausen.
Una lucida, quanto amara, riflessione sull'attualità italiana, infine, trova conferme in un vecchio lascito di Kriton Athanasulis, su cui davvero abbiamo ancora tanto da meditare.