Ci sono libri che si leggono per studio, libri che si leggono per
evasione, libri che si leggono per la propria formazione e cultura, ci
sono libri che si leggono e presto si abbandonano.
E ci sono libri che riconosciamo sin dalle prime righe, che in
qualche modo ci appartengono, in cui ogni cosa è chiara e lineare.
Non ci sono ombre o penombre, le parole ci vengono incontro e
silenziosamente ci invitano a proseguire, ci fanno immergere in un
dialogo che infrange solitudini, che apre vie non programmate, illuminano
pensieri che balenano inattesi, fanno emergere domande
che già covavamo nel cuore.
Accendono momenti di grazia. Mettono a fuoco stratificazioni
poetiche.
Dire della poesia è difficile: essa parla da sé, scorre in una sua
lingua segreta che è lingua di noi esseri umani, delle nostre più profonde
emozioni, delle nostre "singolari" eppure così "umanamente
simili" vicende.
Dire delle poesie di un amico caro ed amato, in cui risuona la voce
della grande Marguerite Yourcenar, scelta da Enzo Cordasco come
guida nella sua vita intellettuale e poetica, è emozionante, risveglia
intimità segrete, fa vibrare le corde della nostalgia.
Mi porta, infatti, a ricordare che questa straordinaria donna " antica
e saggia" è stata il Nume tutelare della nostra amicizia, l'ha nutrita
con la sua parola alta, l'ha fatta crescere, le ha donato un ampio
respiro, arricchendola di progetti culturali e teatrali che ancora non
sono esauriti.
Vedo, in una rapida carrellata, i personaggi di grande impatto lirico
di FUOCHI, le donne ardenti a cui abbiamo dato voce: Saffo,
Clitennestra, Elettra, Alcesti, Pia, e so che l'avventura non è ancora
conclusa.
I brani lirici di Cordasco, ispirati al mondo yourcenariano, hanno
una potente forza poetica che attiva la mente e la spinge a pensare
nuovi orizzonti teatrali, nuove possibilità aderenti ai valori della solidarietà,
della dignità dell'uomo e della vita che in questi tempi così
fluttuanti ed evanescenti sembrano sfumare nell'indistinto.
Riconosco nelle liriche di Enzo Cordasco la cifra della sua anima:
l'ombra della malinconia (canto la luce del giorno che se ne va/il
distacco e la vicinanza/la sospensione e l'attesa/...), il fascino della
storia (... tra la strada di Copia e di Thurio/dove il fantasma di
Erodoto/sussurra che qui è bello camminare di notte/...), la leggerezza
della nostalgia (... certo che l'ho sognata questa ebbrezza/
questa danza ventosa di deserto/questo dolore folle e leggero/
questa musica generata da Dioniso/...), il dolore per le ingiustizie
sociali (... mare mediterraneo/fossa divoratrice/distesa di narrazioni/
di canti di terre diverse/ di accoglienze, di rifiuti... ha vinto la
civiltà dello spreco e quella del profitto/ha vinto il denaro diventato
ideologia/...), le riflessioni sul senso della vita (... ogni giorno i
miei occhi/hanno visto il dolore del mondo/in attesa del cielo incerto
di settembre/un po' stanco e un po' sfuggente/...), sulla fuga
inevitabile e vertiginosa del tempo (... e vi ha insegnato che tutto
passa/e che poi ridiventa/con le rughe nei capelli/nelle catene del
tempo/...).
Sento, nei versi di Cordasco, risuonare una musica che porta con
sé i suoi temi, le sue immagini ricorrenti pervase dalla cultura antica,
e dall'amore, e dagli angeli, e dalla sofferenza, e dalla vita, e dalla
morte, e dall'arte, e dal teatro.
Marisa Veroni
regista Teatro Dioniso di Brescia
...Calmo o agitato, il mare è sempre presente in questo
liquido poemetto e diventa anch'esso un personaggio, una
sorta di muto ma comunicativo deuteragonista...
è certamente il mare di Calabria, lo Ionio blu cobalto e
profondo, il mio mare, ma anche quello della Yourcenar, il
mare del Nord o del Maine, trasformato in tante chimere di
cui mi sono innamorato e di cui potersi prendere gioco...
E intorno al mare, le donne... Le donne, dicevo, le figlie
della roccia e del vento: ogni personaggio femminile ha il
peso di una scultura, ha una sua pesantezza, una sua
densità ma anche una sua leggerezza; di roccia e di vento,
di carne e d'anima, terrestri e celesti, forti e deboli, figure
complesse come solo le anime femminili sanno essere...
Le ho incontrate in un sogno, in un delirio, in un lamento, in
un incantesimo visionario, "accompagnato" da
Marguerite...
Enzo Cordasco è nato a Francavilla Marittima (Cs) nel 1961
e vive a Perugia; laureato al Dams di Bologna in Storia e critica del
Teatro, si specializza in Comunicazione e Spettacolo, Letteratura
drammatica e Organizzazione eventi culturali nelle Università di
Bologna, Siena e alla Cattolica di Milano.
Ha lavorato per anni con il Teatro di Sacco di Perugia, di cui è
stato Presidente, e con vari organismi di teatro contemporaneo.
Cura il "Laboratorio Yourcenar" divulgando l'opera della scrittrice,
soprattutto la produzione drammatica, in chiave rappresentativa e
performativa. è socio/collaboratore culturale del Centro
Internazionale Antinoo per l'Arte e Documentazione Marguerite
Yourcenar di Roma, che ha sede al Teatro Vascello, di cui cura la
sezione perugina. Ha scritto per il teatro e su varie riviste e ha
pubblicato Un teatro di voci e di ombre: Marguerite Yourcenar
sulla scena (Crace, Perugia, 2009 ); collabora con Fondazioni e
Associazioni culturali in varie regioni italiane. Fa anche parte della
SIEY Société Internationale d'Etudes Yourcenariennes.