Scolaretti che studiano, sin dagli anni '80, fenomeni sociali come la
droga, l'a.i.d.s. o trattano in classe argomenti come la sclerosi
multipla, l'echinococcosi, o affrontano il tema della diversità con una
proposta di legge sull'abbattimento delle barriere mentali, o salgono
sulla «Nave della legalità» per concorrere nelle vie di Palermo,
assieme agli studenti di tutta Italia, alla lotta contro la mafia: sono
questi gli alunni della Scuola Primaria del quartiere C. E. P. di
Cagliari.
Hanno confezionato diversi giornalini scolastici con temi scottanti
calati sulla realtà quotidiana, in un contesto vissuto, perché vivere, oggi
più che mai, significa crescere e svilupparsi, ma forse significa, prima di
tutto, apprendere; perché, ciò che è fondamentale nell'educazione, è lo
sviluppo di uno spirito critico e di un'intelligenza creativa.
Pertanto, è necessario immettere il bambino nel mondo che lo
circonda per insegnargli ad affrontarlo con tutte le sue capacità, a
plasmarlo, a vincerlo e sfruttarlo nei migliori dei modi.
Con un rapporto dialogico ed euristico con le altre Agenzie Educative,
quali la Famiglia e la Società, un maestro è riuscito a portare la Scuola
di Via Flavio Gioia, e con essa il quartiere che la ospita, alla ribalta
nazionale, conseguendo con gli alunni riconoscimenti degni di rilievo,
carichi di cultura e densi di motivazioni al sapere; peculiarità
importanti ed indispensabili in una civiltà in continua evoluzione, dove
- secondo Don Milani - «il maestro deve essere per quanto può
profeta e scrutare i segni dei tempi».