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Valentina Capalbo
Acchiappa incubi della buona notte
Prendere la penna in mano è il primo salto che l’animo può fare.
Un salto che non sai dove rimbalzerà, un salto verso se stessi, un salto
verso l’unione con tutti gli altri che in quel momento senti attorno
ad ascoltarti. Prendere la penna in mano, per una persona giovane,
significa usare lo specchio di quel foglio per disegnare i confini di sé
e, in questo medesimo gesto, mettersi in relazione con ogni potenziale
altro. Significa crescere dentro senza con questo divenire più
vecchi. Si cresce in orizzontale, allargando la linea del tempo intorno
a noi fino a includervi tante impressioni ed emozioni che non ci
sembrava di aver mai provato, e non in verticale, percorrendo quella
linea a passi stretti e in una direzione prefissata.
Leggere queste pagine vuol dire avvicinarsi a un mondo di fantasia
dove l’immaginazione intende costruire universi da percorrere
imbracciando molte intenzioni differenti. Si può stare comodi, ci
si può divertire, si può esplorare la propria paura o semplicemente
restare in ascolto e lasciarsi trasportare dalle parole. Parole di una
giovane ragazza che si affaccia alla scrittura quale strumento di libertà
e di liberazione.
Il giocattolo che prende vita è la metafora di un’infanzia ambita
ma anche temuta, perché chi ha lasciato da poco l’età infantile sa
che non deve fare l’errore di relegarla in un passato spensierato e
niente più. L’infanzia è il momento della vita di ognuno durante il
quale impariamo la custodia totale e protettiva dei genitori ma anche
la loro inevitabile e abissale assenza. È la fase della nostra esistenza
dove la paura si spalanca davanti a noi con quelle voragini che mai
più sapranno colmarsi completamente nell’età adulta. E, se l’uomo
si imposta nel bambino, quel momento nel quale Valentina ha deciso
di impugnare carta e penna è stato la linea di confine tra il sentire
di una ragazza e l’eco ben più fonda nella quale quel sentire può
rifrangersi quando lo analizziamo attraverso la scrittura.
A Valentina, che ha avuto questo coraggio, auguriamo di proseguire
nel suo cammino di ricerca, senza scordare mai che la ricerca più
bella e fruttuosa è quella che non si dimentica di cercare al proprio
termine un contatto con il prossimo. Queste pagine, e quelle future
che arriveranno, sono destinate a chiunque voglia farsene incuriosire.
Perché è attraverso il sentimento della curiosità che si dimostra
l’apertura verso l’altro che rende ogni rapporto una relazione vera
e propria.
Patrizio Gonnella
«In questo libro ho cercato di prendere tutte le mie paure e dislocarle in piccoli mondi diversi. Aggiungendo un pizzico di suspense, sono venuti fuori dei piccoli racconti “Acchiappa incubi” da leggere prima della buona notte».
Valentina Capalbo
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Valentina Capalbo (Rossano Calabro, 1992) vive in Calabria, ad Acri, piccolo paese in provincia di Cosenza.
Diplomata come operatore professionale dei servizi sociali, attualmente studia Storia moderna e contemporanea, all'Università “La Sapienza” di Roma.
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Collana Gli Emersi - Narrativa
pp.44 €12,00
ISBN
978-88-591-0417-9
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