Chi era «La donna dei Velcha»? Quale fascino, quale mistero accompagna questa figura femminile così lontana ma così presente nella poesia di Colombo Conti? Il poeta è uso far riaffiorare dalle nebbie figure a tutto tondo che, pur apparendo in forma eterea, non coprono anzi ampliano l'orizzonte di senso del lettore, raccontando di equilibri con il mondo della natura e di sospensione dal tempo storico all'interno di uno spazio metafisico in cui viene accolto come ospite gradito e nel quale può costruire a suo piacimento le immagini che più gli aggradano.
In questo volume di poesie non ha importanza sapere se ciò che resta dell'esistenza storica di questa donna è legato alla testimonianza che di lei conservano i reperti che gli archeologi hanno trovato nei luoghi dell'Etruria in cui visse, perché ciò che conta è la sua persistenza nei sensi estetici e polivalenti del poeta, è quella forza vitale racchiusa nel ricordo e nel suo archetipo di donna etrusca da cui è scaturita la linfa creativa che ha condotto un poeta, alle soglie del ventunesimo secolo, a lasciarsi guidare, forse sedurre, da una mano invisibile che lo ha seguito e accompagnato nel tracciare con mano ispirata le linee della sua esistenza e della sua permanenza nella terra dell'Etruria. Ne è nata questa raccolta di liriche che acquistano, leggendole, il sapore di una ballata antica, evocatrice di lontani sguardi, diafane trasparenze, sentimenti autentici.
Angelo Del Cimmuto
Colombo Conti è nato a Tarquinia (VT) nel 1951 e vive ad Albano Laziale (RM). Architetto e artista eclettico, ha la passione per la pittura, la musica, la poesia e la scrittura. Ha pubblicato due raccolte di poesie: «Via dal cassetto», nel 2007, con la casa editrice Tiellemedia; «L'Elfo nero» nel 2009 con Aletti Editore; il romanzo «Il Bandolo della matassa», nel 2012, con la stessa casa editrice. Suoi componimenti sono presenti in numerose raccolte poetiche di autori vari.