«Mi chiami, e in quel momento persino il mio nome, sulla tua bocca, mi sembra bugia. Cosa avresti potuto dirmi? Io stessa cerco una favola da raccontarmi, ma per quanto la mia fantasia sia stata sempre abbastanza fervida, nulla mi viene in mente. Sento il tuo respiro, brevi e inquieti soffi che sopraggiungono alle mie spalle e si infilano dentro la pelle come cristalli di ghiaccio.
Ripeto a bassa voce frammenti di canzoni di Gianna Nannini: "Quest'amore è una lama sottile, è un gelato al veleno, quest'amore..." e io che avevo sperato che tu mi facessi ridere di stelle.
Perché, fino a quel momento, ho creduto che l'amore sa leggere sulla stella più remota. Così ha detto Oscar Wilde.»
Questo è il contenuto di una delle tante lettere che Anna, quasi ventenne, ha trovato per caso in un cassetto. Sono lettere che sua madre ha scritto a suo padre - senza mai inviarle - dopo la loro separazione coniugale, avvenuta quando Anna aveva appena sei anni. Quei fogli, che raccontano storie di amicizia, di dolore, delusione, speranza, desiderio di vivere al meglio ciascun giorno, sono un'esplosione di emozioni così forti da cambiare letteralmente Anna e da indurla a partire per cercare suo padre.