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Wilma Ambrosio Ruccia
Il respiro dell’anima (Suggestioni da Pessoa)
Il mio debito con Pessoa
Se il respiro del corpo appare lieve, impalpabile, appena percepibile, quello
dell’anima, ancor più lieve, impalpabile rimane impercepibile se non viene
svelato.
Dal silenzio in cui appena si avverte questo respiro ho tratto le parole per
parlare dell’inquietudine, di quel divino seme dello scontento che ci spinge a
percorrere le strade dell’essere e della vita. Sfogliando le pagine, lasciate scorrere
gli occhi sui versi così che le parole vi avvolgano, vi penetrino lentamente dentro,
vi sommergano, affinché vi facciano volare alto!
Questo libro nasce per un caso, uno di quelli che la vita ci riserva. Mi è capitato
tra le mani “Il libro dell’inquietudine”, scritto da Fernando Pessoa con
l’eteronimo di Bernardo Soares, aiuto contabile in Lisbona.
Il titolo mi intrigava, l’autore mi era noto, ho comperato il libro.
Man mano che mi inoltravo nelle pagine scoprivo, con sorpresa, che tra Pessoa e
me si veniva instaurando un rapporto di affinità spirituale.
Istantaneamente la lettura faceva germogliare sensazioni che stampavano impressioni,
stimolavano affetti, sentimenti che sfociavano in riflessioni. Ho raccolto
alla fine i miei pensieri e ho iniziato a scrivere.
Da questa sorta di compenetrazione, di fusione tra il suo modo di sentire e il
mio, nascono queste poesie.
Pessoa nella sua prosa ha saputo filare un tessuto di parole, di immagini,
di sensazioni scintillanti e vibranti. Io ho preso questa stoffa, l’ho tagliata a
misura della mia sensibilità. In un certo qual senso ho rivestito con le sue parole
me stessa.
Potrei affermare che questo è un libro scritto a quattro mani: da Pessoa e da
me. È il mio personale omaggio a chi, in punta di piedi ed è entrato nella casa
del mio spirito e gli ha parlato della sua inquietudine e lo ha spinto a parlare
della propria.
È nato un libro casuale e meditato che ho scritto di slancio. Mai composizioni
mi sono scivolate dalla penna così immediate, perché la prosa di Pessoa aveva
destato dentro me un fascino, un incanto che, con forza irresistibile, voleva trovar
voce. Da qui il sottotitolo del libro “Suggestioni da Pessoa”.
Per molto tempo ho abitato la palude dell’inquietudine dalle acque opache e
dalle sabbie mobili, pronte a risucchiarti. Ne sono uscita lentamente e, quando
essa era appena alle spalle, ho incontrato in un altro un eco della mie emozioni,
delle mie insoddisfazioni.
Questo libro che sfoglia l’anima sceglie di raccontare memorie, tragitti veri e
sognati, suoni nel silenzio della notte.
Non saprei dire, però, se ciò che rappresento di me sia realmente il mio io di
ora, molta della mia inquietudine è alle spalle, altra scende come una cappa,
altra scivola via.
L’inquietudine è una condizione dell’animo umano, per cui molti ritroveranno
in alcuni momenti del mio percorso il loro e, forse, il peso del momento, condiviso,
scorrerà più lieve sulla slitta delle parole.
Alle singole poesie non ho dato un titolo, le ho numerate, come capitoli di un
romanzo dello spirito, una sorta di “romanzo di formazione” in poesia, in cui
le singole composizioni formano gli anelli di una catena che sopporta il peso
dell’anima. Esse scandiscono momenti, scorrono nel tempo e giungono e una
conclusione che è dissimile dal cupo pessimismo di Pessoa.
Lo ringrazio poiché il suo sentire, la sua scrittura sono tali che, nonostante ci
dividano una lunga serie di anni e di eventi, ho ritrovato in lui una stagione del
mio spirito, ciò mi ha spinto a ripercorrere le mie strade e a scriverne, come modo
per misure le distanze percorse ed esorcizzare il passato , per viver in modo forse
diverso il presente.
Il verso da me utilizzato è l’endecasillabo libero, i versi sono raggruppati in
quartine. Lo stile risulta piano, dolce per la sua musicalità, suggestivo per le
metafore. Il linguaggio è squisitamente intimistico e lirico.
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Collana "Gli Emersi - Poesia"
pp.72 €12,00
ISBN
978-88-6498-995-2
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