Mi piacerebbe vedere sul viso di chi legge le mie poesie un sorriso, sentirlo coinvolto, percepire sul volto l’espressione di situazioni condivise e finalmente esplicate. Un senso di leggerezza per coscienza affrancata.
Sono stato volutamente lontano dallo spleen o dal nichilismo, dalla sofferenza del poeta, che fa scappare i sani ed affossa ulteriormente i malinconici. Se abbiamo un pensiero profondo, una sensibilità, questa va utilizzata per vivere, per dare colore e aria pulita, per liberarci dai legami mortiferi personali e sociali. Di fronte all’ineluttabile, meglio il pensare consapevole ed ironico.
Le mie poesie sono brevi riflessioni sul quotidiano, che tutto impregna, per dare un senso allo sguardo, alle emozioni e all’agire. Vedo la mia esperienza come un piccolo seme. Spero nell’ascolto, affinché un giorno qualcuno possa conseguire spunti, magari aiuti, dalle mie parole. Uso il linguaggio per comunicare, senza termini eletti o prosa complicata.
In sostanza, poesie che non spaventano e ci accompagnano nel parco della vita e del pensiero adulto.
Nato a Milano nel 1965, studente lavoratore, si è laureato in giurisprudenza. Avvocato e maestro di arti marziali, sviluppa il suo pensiero tra il rigore legale e quello marziale. In parallelo alla professione giuridica, studia e insegna il combattimento reale e le discipline interne, che lo avvicinano al misticismo e alla medicina tradizionale cinese.