Felice Ianniciello - HELVIA et AULUS (Pompeiani Pueri) immagine di copertina

Felice Ianniciello

HELVIA et AULUS
(Pompeiani Pueri)

L’eruzione catastrofica del Vesuvio del 79 coprì con 6/7 metri di cenere e lapilli la città di Pompei e con materiale piroplastico ErcoIano (v. nota n° 32).
Pari sorte subirono le città di Stabia, Oplonti, Boscoreale.
Per molti secoli si perdette la cognizione della loro esistenza.
Solo tra il 1594 e i 1600 si cominciarono ad avere degli indizi dell’esistenza dei resti sotterrati. A partire dal 1748, per il fervore mostrato dall'allora Re delle Due Sicilie, Carlo di Borbone, ebbe inizio l'esplorazione sistematica dei siti. Nel 1763 la scoperta di un'iscrizione di Svedio Clemente fece identificare la citta di Pompei.
Nei primi anni del 1800 si effettuarono altri scavi. Nel 1860, ad opera di Giuseppe Fiorelli iniziò lo scavo sistematico della città. Nel 1911 fu scavata la via dell'Abbondanza.
Sempre agli inizi del 1900, un impulso notevole alle ricerche e agli scavi fu offerto dal prof. Amedeo Maiuri (v. nota n. 92). Pompei era una città molto fiorente per arti, mestieri, commercio. In essa operavano diverse categorie associate: i caeparii (orticultori), i pomarii (fruttivendoli), i gallinarii (pollivendoli), i piscicapi (pescatori e pescivendoli), i saccarii (facchini), i pistores (fornai), i fullones (tintori). La tintoria più importante fu quella degli Eumachii.
I resti della città di Pompei che oggi si possono ammirare sono estesi solo su ettari 44; altri sono rimasti sottoterra e sono pari ad ettari 22.

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Collana Gli Emersi - Narrativa
pp.332 €14.00
ISBN 978-88-591-3293-6

 
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