Voci di un secolo fa, riemerse dal ritrovamento di un pacco di lettere scambiate tra gli antenati dell'autore e un loro ragazzo che combatté sul Piave, si intrecciano con riflessioni di oggi sul quadro storico della Prima Guerra Mondiale e sul modo in cui quel tremendo conflitto fu sentito e vissuto in una famiglia borghese dell'epoca, nutrita di cultura classica e risorgimentale.
È la “Grande Storia” vista dall'ottica privata di persone in carne ed ossa, con i loro diversi caratteri, i loro tenerissimi affetti e i loro odi appassionati, la loro vita familiare, il loro linguaggio, che ci parlano da quelle pagine ingiallite, scritte in diverse calligrafie, ora chiare, ora difficili da decifrare, con l'inchiostro ormai sbavato, ma che creano il miracolo di suscitare davanti a noi la presenza viva e palpitante di quegli antichi uomini e donne e il clima della loro epoca.
È un miracolo donato dalla corrispondenza scritta, così ricca, meditata e durevole. Quanto si perde, oggi, con il suo abbandono e la straripante invadenza delle nostre comunicazioni elettroniche! e-mail, sms, tweet ecc... si fanno in fretta, senza approfondimento e soprattutto senza durata: la loro effimera volatilità non lascerà tracce per i posteri!
Remigio Caruso vive a Roma, dove è nato nel 1940. Dal 1968 al 2000 è stato insegnante ordinario di Italiano e Storia negli Istituti Tecnici statali.
Ha pubblicato, nella collana “Saggistica Aletti”, nel 2015, il saggio: “Nonno, mi spieghi la Trinità?”.