Ci stiamo scoprendo sempre di più succubi del “politicamente corretto”, divenuto uno strumento per reprimere e ridicolizzare i dissidenti. Sentiamo spesso dire: “La verità ormai la dicono solo i comici”, mentre i mezzi di informazione ufficiali diventano sempre più criptici o caotici o, comunque, lontani dalle persone che vorrebbero capire in che mondo vivono. L’accusa di “populismo” viene regolarmente lanciata contro chiunque cerchi di spiegare ciò che accade in “parole povere”. L’espressione dialettale e l’uso del vernacolare se si contaminano con altri linguaggi, muovendosi nell’universo del “si dice” e potendo godere di maggior libertà, possono dare una più forte scossa emotiva per risvegliare l’attenzione degli indifferenti.
Giuseppe Ansovino Cappelli è nato a Fiastra (MC), (1946). Si è laureato in Architettura a Roma e ha insegnato Composizione Architettonica all’Università La Sapienza. Ha esposto dipinti e disegni alla galleria A.A.M. di Francesco Moschini a Roma (1991), ha pubblicato: Questioni di Forma. Editore Palombi Roma 1997 e: Roma prima Roma dopo Roma. Editore Kappa Roma 2004. Attualmente vive a Roma, scrive e dipinge “a tempo perso”.