È la storia di Poppea che all’apice del suo splendore diventa emblema dell’impero di Nerone, trascurando ogni morale per divenire imperatrice.
Quasi tutti i personaggi che animano il mito sembrano scevri da sentimenti genuini, mossi ognuno dal proprio egoismo e da un’estrema cupidigia, quasi congelati nell’idolatria del potere. Le azioni sono caratterizzate a tratti da pathos che degenera in dramma il quale si rinnova in ironia immediata laddove i personaggi esasperati da una ferocia verbale si auto-ridicolizzano per svaporare la tragedia umana.
In uno scenario di guerra complottato dai silani contro Nerone, i personaggi emigrano sullo sfondo della superba Oplontis, nella villa di Poppea, dove gli eventi che accadono sembrano a favore di Poppea e a danno di Ottavia, ma l’epilogo sarà sorprendente.
Carmela Capitale (1968) oplontina, scrittrice di testi teatrali. Dopo studi linguistici ha proseguito da autodidatta gli studi dei classici del grande teatro. La sua formazione teatrale trova le fondamenta nel teatro Shakespeariano e in seguito in quello di Ibsen. Ha scritto vari testi: Apollonia, Quanto costa il Paradiso, La signora passa guai (versione in chiave brillante di Poppea), La compagnia dei disperati, Intermezzo esistenziale (monologo con cui ha partecipato ad un concorso di teatro amatoriale vesuviano) e Vox musae (opera in prosa dove utilizza sfumature linguistiche fondendole in un ardito dualismo natura-uomo).