In apparenza un diario di viaggio, tre giorni lontano è il racconto di una fuga, di un’accelerazione inesorabile che nel suo impeto scopre il cuore e l’anima dell'autore, trascinando il lettore in un vortice di pensieri, riflessioni e confessioni fino all'epilogo finale.
Evasione dal mondo e da sé fino all’ultimo assurdo limite, tre giorni lontano è la materializzazione di un viaggio introspettivo, un disturbante sguardo nell’abisso individuale dove iniziano e finiscono i sogni, le speranze, la pazzia. Una sfida illogica e tentatrice, tra romanzo e saggio filosofico, che invita il lettore a confrontarsi con il suo personale ‘‘perché no’’, tanto agognato e liberatorio ma che viene, inevitabilmente, al prezzo della distruzione di una parte di sé.