La felicità è aver sognato un angelo e non ricordarsene, poi, apparso, non meravigliarsene.
Perché il suo candore è il tuo, una volta ha sognato te e si meraviglia del tuo respiro, del tuo battito, della tua musica; una volta incontrati trattenere dio perché non vi lasci in un sogno eterno, etereo, senza che qualcuno si svegli per rallegrarsene, e udire un battito d’ali svanire in un soffio insostenibilmente soffice.