Il romanzo è ambientato a Napoli, nel quartiere Colli Aminei. La rappresentante di prodotti di cosmesi, Rosaria Di Lorenzo, viene trovata morta nel cortile del palazzo dove abita. I sospetti convergono sul tenente colonnello De Carolis. Lo inchiodano le impronte digitali rinvenute sulla pistola trovata vicino al cadavere. Il vice questore Gerardo Lo Mastro e il sostituto procuratore Roberto Parete sono convinti di aver risolto subito il caso. L’assassino non può che essere l’ufficiale. Le risultanze della polizia scientifica non lasciano scampo. La sequenza dei fatti e i risultati della scientifica segnano una strada precisa, quella che conduce a De Carolis, il colpevole è lui, ne sono certi. Non sarà così per il commissario Annunziata. Il suo intuito lo porta a credere nell’innocenza dell’accusato. Il percorso investigativo lo condurrà ad indagare sull’ambiente di lavoro della vittima, sul rapporto conflittuale con i suoi superiori, sul commercio dei prodotti di cosmesi. Ben presto si renderà conto della complessità dell’indagine. Nulla sarà dato per scontato. Ogni possibile ricostruzione, ogni minimo indizio, ogni dubbio, ogni perplessità saranno esaminati per costruire un quadro accusatorio che non lasci nulla d’intentato. Il tormento, l’angoscia del De Carolis costituiranno per Annunziata la motivazione indispensabile per la ricerca della verità. La sua tenacia risulterà fondamentale per un percorso investigativo scrupoloso dove ogni personaggio sarà considerato sospettabile e pertanto saranno esaminate con attenzione e discrezione le loro azioni, i loro movimenti.
La strada che conduce alla verità è spesso irta e piena di ostacoli. Seppure gli elementi d’indagine, la sequenza dei fatti, sembrano condurre al presunto assassino, non sempre la strada giusta è quella dove il sentiero appare già tracciato. Spesso occorre impegnarsi dove la strada non c’è e tracciare da soli il nuovo sentiero.