Personaggi in cerca di verità, di luce, di un'altra conoscenza. Di una conoscenza più profonda che volge il suo sguardo verso la vita più segreta di ciascuno e che penetra nelle acque remote dell'inconscio.
Per giungere a quella sorgente che sgorga nel sotterraneo di loro stessi, i protagonisti si imbattono in porte di fuoco, in incendi che bruciano la fragilità del vivere, pronti però a spegnersi in una terra più vera e sotto l'influenza di un'aria balsamica e dolce.
Gli elementi della natura che riflettono l'esistere, in un tempo dominato dalla precarietà delle emozioni e da una schizofrenia spirituale collettiva che non conduce in nessun luogo d'amore, hanno ridestato in me la voglia e il giuramento di vita, di miglioramento, di rinascita.
Ogni storia è una festa e una ferita, ogni storia è il sole di notte e le stelle di giorno, è una torcia nel buio più o meno intenso. Voler ripiegare tutto in un proprio universo personale per confluire verso uno stato di intima fusione con il mondo è l'ambizione che trasporta all'elevazione.
Tra sogno e realtà, ambientazioni geografiche vere ed inventate, autobiografia e profili sociali, l'acqua ed il fuoco sono i due elementi più in contrasto tra loro.
In verità, l'ultimo racconto fa onore alla sacralità dell'uomo, né vinto né vincitore di quella battaglia, in un recinto parimenti liturgico che è quello che si scioglie, più della neve, tra aria e terra.
Perché la terra è fatta di cielo, e viceversa.
Piera Ruffini è nata nel 1975 e vive a Torano Nuovo, Teramo.
Laureata in Giurisprudenza, attualmente collabora con diversi periodici di informazione e riviste culturali e con alcune emittenti televisive private.