Il racconto autobiografico, è nato dall’esigenza di una testimonianza diretta, nell’ambito di un progetto per audiolesi, e racconta il percorso di una vita segnata e ristretta dalla malattia.
Lei stava diventando sorda.
Una giovane donna, bella, spigliata, aperta e fiduciosa nei confronti della vita, viene colpita lentamente ma inesorabilmente da una grave patologia che le ruba suoni, parole e rumori, musica e armonie, sussurri e grida e la costringe in un angolo colmo di silenzio e di angoscia.
La priva dei sogni, dei progetti e la soffoca e la costringe senza sosta verso confini privi di orizzonti futuri.
La sua vita diventa una fuga tra la folla, un nascondersi tra il rumore cercando di rubare sulle labbra della gente un suono che le restituisca l’identità che sfugge.
Notti rumorose a nascondere l’assenza di suoni.
Giorni silenziosi alla ricerca di una vibrazione che contenesse un messaggio capace di arrivare dritto al cuore.
Un cammino doloroso nel silenzio che la porta a negare se stessa; e infine una faticosa e tormentata risalita compiuta raccogliendo, tra le frange delle rovinose cadute, ciò che era rimasto per cercare di restituire un senso alla vita.
È la storia di un silenzioso abbandono, e di una rumorosa rinascita.
Anna Maria Zambrini nasce in Ascoli Piceno il 2 luglio 1947 e vive a Montesilvano (Pescara).
Laureata in Pedagogia presso Università Carlo Bo di Urbino.
Ex insegnante, ex direttrice scuola materna, ex bibliotecaria.
Le attività lavorative sono cambiate nel corso degli anni a causa dell’insorgere della malattia.