Una passeggiata nella memoria.
La vita di un condominio tipico della Roma piccolo borghese vista attraverso il filo rosso (fil rouge o leitmotiv per chi vuol fare il colto) dei custodi (li portinari) del palazzo.
Tra un capitolo e l'altro c'è un intermezzo (come nei pranzi di gala che tra una portata e l'altra si mangiano olive e si beve il sorbetto al limone giusto per preparare il palato ad un diverso sapore) con poesie che con la miscela di ironia e sentimenti, tipica della romanità, sottolineano fatti ed emozioni propri del quotidiano.
Aldo Rizzo in circa cinquanta anni di lavoro come professionista ed imprenditore geotecnico ha avuto un sogno: scrivere. All'età in cui i nonni vanno al parco con i nipoti o siedono al Circolo Sociale a leggere il giornale ha finalmente trovato il tempo ed il modo di “lavorare con penna e carta” per dare corpo alle tante esperienze maturate. Infatti i suoi scritti e le sue poesie non sono tesi ma sintesi di vita. L'uso del dialetto romanesco, più sovente dell'italiano, sottolinea la volontà di non pretendere di inserirsi nell'universo della cultura letteraria, che non gli appartiene, ma di essere semplice interprete di un mondo popolare di varia umanità in cui si riconosce.
Con Aletti Editore ha pubblicato “La banda feroce” in dialetto romanesco. Ha ricevuto, nel 2013, una menzione speciale al concorso “Rustica Romana Lingua” e suoi racconti sono stati pubblicati nelle edizioni del 2013 e 2014 della “ANTOLOGIA DI PROSE ROMANESCHE” di L'aura di Roma editore.