La prima silloge poetica di Marco Peluso nasce nel segno di un amore felice, un sentimento corrisposto e coronato dai fiori d’arancio del matrimonio. L’amata Cinzia è la dolce musa che ispira al poeta versi di vibrante passione, è la donna che rivela e incarna il senso della sua intera esistenza, è la poesia stessa, palpitante in un corpo reale, ardentemente desiderato. Poesia che offre la sua maliosa nudità, poesia viva, che respira, che geme, che ha mani da stringere e labbra da baciare. La donna amata è la terra promessa, l’isola salvifica finalmente raggiunta dopo un solitario e periglioso navigare: “Una volta approdato,/mai più salperò!”, scrive il giovane poeta di Lipari. Ammette di essere stato “tratto in salvo da un sorriso” e rende grazie al dio in cui ha sempre confidato, al quale ha fiduciosamente consegnato un cuore ebbro di preghiere, omaggia in molti versi il dio dal quale si sente infine benedetto, attraverso l’agognato incontro della sua compagna, la sua Eva.
(Tratto dalla prefazione di Davide Cortese)
Marco Peluso nasce a Leverkusen (Germania) il 2 aprile del 1977 da genitori Liparoti emigrati come molti, durante gli anni ’60, in cerca di fortuna. Secondogenito di due figli maschi, vive nella splendida isola di Lipari, dove i genitori decisero di tornare dopo pochi mesi dalla sua nascita.
Personalità riservata e sensibile, amante dell’arte, si diletta nel disegno e studia musica. Fervido lettore, i suoi interessi spaziano dalla narrativa alla filosofia, dalla poesia alla psicologia.
Consegue il diploma di Geometra e, dopo alcuni anni, inizia l’attività di libero professionista.